Bruxelles – Compito per il governo di centro-destra: far progredire le politiche di integrazioni delle comunità Rom. La Commissione europea pubblica la relazione sulla valutazione dei quadri strategici nazionali per i Rom degli Stati membri, e le indicazioni per la politica non mancano. Non si muovono critiche, e anzi si riconoscono passi avanti, ma c’è ancora del lavoro da fare a partire dell’impianto politico. Perché, si legge nel capitolo relativo all’Italia, fin qui “tutte le misure proposte per far fronte alle esigenze dei Rom e dei Sinti si basano principalmente su progetti e non sono ampliate nell’ambito di riforme nazionali” o nell’ambito di misure più organiche. Si procede in modo frammentato, e si chiede alla maggioranza Fdi-Lega-Fi di produrre politiche vere e proprie.
Il tema, in Italia, è spesso legato a quello della sicurezza. Si considera, soprattutto tra una una certa politica e tra alcuni strati della società, la comunità Rom come una minaccia. Non c’è dubbio che le autorità tricolori daranno attenzione al tema, ma a scanso equivoci Bruxelles suggerisce la linea dell’integrazione a quella della demonizzazione. C’è un cambio di paradigma culturale che si ravvisa per l’Italia, a cui vengono mosse accuse di discriminazione. “La lotta all’incitamento all’odio e ai crimini ispirati dall’odio basati sull’anti-ziganismo non sono sufficientemente affrontati“. Anche questo un rilievo che attende il riscontro della destra più oltranzista, ma che si aggiunge ai rilievi già mossi dal Consiglio d’Europa negli anni scorsi, segno che nel frattempo poco o niente è stato fatto.
Altro rilievi che potrebbe far discutere, quello che invita a sgomberare i campi per dare case a queste comunità. In Italia, continua la valutazione dell’esecutivo comunitario, “le sfide nell’accesso all’alloggio continuano a essere un problema persistente in Italia e non sono sufficientemente affrontate nel quadro strategico nazionale”. Servono poi interventi in materia scolastica, visto che la questione di quella che Bruxelles non esista a considerare come “segregazione nell’istruzione” resta una realtà “non affrontata con misure solide”.
Il problema esiste, in Italia come altrove, riconosce Helena Dalli. La commissaria per l’Uguaglianza a tutti i Ventisette ricorda che “mettere in atto i giusti quadri nazionali è solo metà della battaglia”. L’altra parte della sfida è quella legata a razzismo e odio. “I problemi dell’anti-ziganismo, del razzismo contro i rom, della segregazione e della discriminazione nell’Ue persistono e in alcune situazioni sono gravi“. Non è chiaro se e quanto sono gravi nel caso italiano, ma il richiamo qui c’è, e al governo Meloni viene chiesto di non ignorarlo.