Bruxelles – Procede a testa bassa la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, per ricucire la ferita inflitta alla credibilità dell’eurocamera dalle accuse di corruzione legate al Qatargate. Lo scorso 12 dicembre, a caldo, due giorni dopo i primi arresti, una Metsola furibonda aveva annunciato misure immediate: a distanza di un mese, arrivano i primi anticorpi che dovrebbero prevenire futuri scandali, che la presidente del Parlamento Ue dovrebbe presentare giovedì 12 gennaio alla Conferenza dei presidenti, l’organismo che riunisce tutti i capigruppo.
Limitare l’accesso ai palazzi del Parlamento europeo agli ex eurodeputati e rivedere il funzionamento dei gruppi di amicizia informali con i Paesi terzi, questi i due tamponi d’emergenza. Gli ex parlamentari Ue hanno sempre avuto libero accesso alle strutture istituzionali, ma Metsola vorrebbe proporre l‘obbligo di un badge temporaneo in modo da riuscire a tracciare gli incontri tra gli ex membri e quelli in carica. La seconda mossa è invece volta a arginare l’eccessiva autonomia dei gruppi di amicizia, che a causa del loro carattere informale sfuggono facilmente ai controlli: quello dedicato al Qatar è stato immediatamente sospeso, per gli altri cambieranno le regole del gioco.
Non è chiaro se, nel pacchetto d’emergenza voluto da Metsola, troverà spazio la sospensione temporanea dell’accesso al Parlamento a tutti i rappresentanti degli interessi di Doha, provvedimento attualmente oggetto di discussione, e che già a dicembre aveva suscitato le polemiche del governo dell’emirato.
In cantiere ci sarebbero altre misure, che saranno discusse nei prossimi mesi, per rafforzare le regole di trasparenza negli incontri con i lobbisti e per migliorare il sistema di protezione per gli informatori. E poi, nel medio-termine, il Parlamento cercherà di portare avanti, con i colleghi della Commissione e del Consiglio europeo, delle iniziative interistituzionali, tra cui la creazione di un comitato etico unico a tutte e tre le istituzioni con sede a Bruxelles.