Bruxelles – A quasi un mese dallo scoppio del Qatargate, lo scandalo di presunta corruzione che sta facendo tremare il Parlamento europeo, la magistratura belga ha aggiunto altri due nomi al dossier, gli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, che vanno ad aggiungersi ai quattro coinvolti già lo scorso 9 dicembre e tuttora in stato di fermo, l’ex vicepresidente del Parlamento Ue, Eva Kaili, il suo compagno e assistente parlamentare, Francesco Giorgi, l’ex deputato europeo e presidente dell’ong Fight Impunity, Antonio Panzeri, e il presidente dell’ong No Peace Without Justice, Niccolò Figà-Talamanca.
Per i due membri del gruppo dei Socialisti e Democratici, Cozzolino e Tarabella, il giudice istruttore Michel Claise ha chiesto alla presidente dell’eurocamera, Roberta Metsola, la revoca dell’immunità parlamentare: fino a che saranno protetti dall’istituto dell’immunità, Cozzolino e Tarabella non potranno infatti essere toccati da indagini, accuse e custodie cautelari. Metsola, in linea con quanto dichiarato a più riprese, si è messa immediatamente a disposizione dell’inchiesta avviando una procedura d’urgenza per la revoca della protezione ai due eurodeputati, che prevede un iter che comincerà il 16 gennaio con l’annuncio ufficiale della procedura e potrebbe concludersi il 13 febbraio, con il voto a maggioranza semplice dell’aula riunita in plenaria. Anche se la presidente sembra determinata a velocizzare la faccenda, pronunciandosi sulla revoca forse già il 19 gennaio.
Non è chiaro per ora quale sia lo scopo immediato della richiesta di privazione dell’immunità per Cozzolino e Tarabella, se l’apertura di una nuova fase di indagini o anche la messa in stato d’arresto dei due eurodeputati, i cui nomi sono cerchiati già da tempo nelle carte della magistratura di Bruxelles. Marc Tarabella, socialista belga di origini italiane, ha subito una perquisizione nella propria dimora già l’11 dicembre, sotto gli occhi della presidente Metsola, la cui presenza era necessaria per aggirare lo scoglio dell’immunità parlamentare; Andrea Cozzolino, napoletano del Partito democratico, sarebbe stato indicato da Giorgi, suo assistente parlamentare, e dall’ex collega Panzeri, come figura chiave della “cricca” per i suoi rapporti con rappresentanti del Marocco, visto il ruolo di presidente della delegazione per il Magreb.
Anche se il pubblico ministero avesse già in mano tutto il necessario per procedere all’arresto, il Regolamento dell’eurocamera che norma l’istituto dell’immunità prevede che la Commissione giuridica parlamentare (Juri) possa “proporre che la revoca o la difesa dell’immunità si applichino esclusivamente ai procedimenti penali e che, fino alla sentenza definitiva, il deputato sia immune da qualsiasi forma di detenzione o custodia cautelare o da qualsiasi altra misura che impedisca detto membro dall’esercizio delle funzioni proprie del mandato”. Il Parlamento Ue potrebbe dunque salvare da un’eventuale misura cautelare i due colleghi, che nel frattempo continuano a dichiararsi totalmente estranei ai fatti e hanno già espresso a più riprese la loro disponibilità a privarsi dell’immunità per potersi difendere davanti agli inquirenti. In particolare, l’eurodeputato del Pd, ha ribadito che “non invocherà l’immunità parlamentare per l’attività politica svolta in maniera libera e trasparente”: i suoi avvocati hanno dichiarato in una nota che “dopo aver avanzato formale richiesta in tal senso alle autorità giudiziarie procedenti, l’onorevole Andrea Cozzolino chiederà anche all’assemblea parlamentare cui appartiene di essere sentito per rispondere a tutte le domande e offrire tutte le informazioni e i chiarimenti utili all’accertamento dei fatti“.