Bruxelles – Vini frizzanti, brio nel bicchiere e pure nella bilancia commerciale. Nel 2021, le esportazioni di vini spumanti dell’Ue al di fuori dell’Unione europea sono state pari a 636 milioni di litri, “un aumento significativo” del 29 per cento rispetto ai 494 milioni di litri esportati nel 2020, rileva Eurostat nel diffondere i dati. Questo aumento si spiega con la crisi sanitaria, poiché arriva dopo il primo anno della pandemia, che ha “notevolmente frenato” il commercio di vino. Va ricordato che causa restrizioni molti bar e ristoranti sono stati completamente chiusi o parzialmente chiusi durante tutto l’anno, portando a un calo del 6 per cento nel 2020 rispetto al 2019.
A proposito del 2019, il valore delle vendite verso Paesi terzi nel 2021 ha superato i livelli anche di questo specifico anno. ll confronto 2021-2019 indica un aumento del 21 per cento rispetto ai 528 milioni di litri del 2019 (+108 milioni di litri).
A trainare la domanda e a farla da padrone soprattutto il made in Italy, che si conferma leader nel settore. Nel 2021, le tre maggiori categorie nelle esportazioni extra-UE di spumante sono state il prosecco (43 per cento del totale venduto, pari a 273 milioni di litri), lo champagne (15 per cento, 94 milioni di litri) e il cava (10 per cento, 65 milioni di litri). Questi marchi di eccellenza sono stati richiesti e venduti soprattutto negli Stati Uniti (31per cento del totale delle esportazioni extra-UE di vino spumante, 198 milioni di litri) e il Regno Unito (28 per cento, 177 milioni di litri).