Bruxelles – Caricabatterie universale sempre più una realtà. La legge europea che permetterà ai consumatori del mercato unico di utilizzare presto un unico caricatore per i loro dispositivi elettronici entra in vigore oggi (27 dicembre) dopo venti giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, anche se le aziende avranno ora due anni di tempo per conformarsi alla nuova normativa.
Dopo l’intesa raggiunta a giugno da i co-legislatori europei – Parlamento e Stati membri al Consiglio – sulla revisione della direttiva sulle apparecchiature radio, a partire dal 28 dicembre 2024, tutti i telefoni cellulari, i tablet e le fotocamere venduti nell’Unione europea dovranno essere dotati di una porta di ricarica USB-C standard (le porte attualmente utilizzate dai dispositivi Android). A partire dalla primavera 2026, l’obbligo si estenderà anche ai laptop, i computer portatili. La nuova legge fa parte di un più ampio sforzo dell’Unione europea per ridurre i rifiuti elettronici e consentire ai consumatori di compiere scelte più sostenibili. I co-legislatori europei hanno impiegato tempo per trovare un’intesa, anche perché la nuova legislazione ha attirato diverse critiche. Tra i più contrari c’è il colosso Apple, che sarà costretta ad adeguarsi e modificare il suo attuale sistema di cavo di ricarica, chiamato ‘Lightning’, per iPhone, iPad e iPod.
I consumatori potranno scegliere se acquistare un nuovo dispositivo con o senza nuovo caricabatteria. Secondo l’Ue si avrà così non solo un risparmio di denaro per i consumatori, ma anche una riduzione dei rifiuti elettronici associati alla produzione, al trasporto e allo smaltimento dei caricabatteria. L’eventualità di rendere obbligatoria questa vendita separata sarà valutata dalla Commissione quattro anni dopo l’entrata in vigore della direttiva. Secondo l’esecutivo comunitario, l’entrata in vigore della normativa porterà a una riduzione dei rifiuti elettronici di circa 12mila tonnellate l’anno. I rifiuti elettronici sono la categoria di rifiuti che cresce più velocemente nell’UE e di cui si ricicla meno del 40%.