Bruxelles – Terremoto nel calcio belga, per la decisione dei vertici dell’Union Saint Gilloise di disputare le partite casalinghe di Europa League nello stadio degli arci-rivali dell’Anderlecht. Una scelta che ha spaccato l’ambiente, con i tifosi di Saint-Gilles sul piede di guerra e pronti a lasciare l’impianto deserto. Anche Bruxelles ha logiche simili a tante realtà soprattutto d’oltre Manica, dove ogni club ha il proprio impianto. Immaginare il Milwall ospitare le gare casalinghe nello stadio del West Ham è cosa impossibile, ancora meno lo sarebbe ipotizzare che una delle due squadre di Glasgow da sempre divise, Celtic e Rangers, possano ‘occupare’ lo stadio dell’altra.
C’è un nodo che la società brussellese sta cercando di sciogliere: uno stadio non a norma. Lo stade Marien, casa storica dell’Union Saint Gilloise, risale agli anni Venti del secolo scorso, è incastonato tra un parco pubblico e un quartiere residenziale, e la facciata è un esempio di art nouveau. Vincoli paesaggistici e di belle arti rendono impossibile ogni intervento di ammodernamento, e il ritorno in grande stile nella massima serie dopo 48 anni di assenza con qualificazione alle coppe europee si scontra con l’impossibilità di ottenere la licenza Uefa per le competizioni continentali.
Fin qui l’Union Saint Gilloise ha disputato le gare interne della fase a gironi di Europa League nello stadio dell’OH Leuven, nelle Fiandre. Per la fase a eliminazione diretta la decisione di utilizzare il più moderno Lotto Park, casa dell’Anderlecht. Una decisione che la proprietà dell’Union Saint Gilloise giustifica con la possibilità di offrire al pubblico cittadino un posto più vicino di Leuven.
Avvolgendo il nastro della storia del calcio belga, però, si capisce la delicatezza della scelta. Oggi l’Anderlecht è il club più titolato del Paese, uno dei pochissimi ad aver saputo sollevare coppe europee. Ma non è sempre stato così. Con 11 scudetti, l’Union Saint Gilloise ha dominato il panorama sportivo nel primo scorcio del secolo scorso. E’ tra i club più antichi del regno, e il più antico di Bruxelles. La rivalità nasce quando inizia il declino dei giallo-blu di Saint Gilles e contestualmente inizia l’ascesa dei bianco-malva. C’è un aneddoto che si tramanda ancora oggi: Kostant van de Stock, storico presidente dell’Anderlecht che ha fatto grande l’Anderlecht, nel suo ufficio presidenziale aveva una foto di una formazione dell’Union Saint Gilloise. Il motivo? Averla sempre di fronte per ricordarsi che doveva costruire una squadra più forte e imbattibile di quella.
La rivalità si è riaccesa dopo che Felice Mazzu, tecnico che ha riportato il Saint-Gilles in massima serie dopo 48 anni e che ha sfiorato l’impresa di vincere il campionato da neo-promosso, ha lasciato a fine stagione per approdare proprio all’Anderlecht (da cui è stato esonerato poco dopo, il 24 ottobre). Una scelta mal digerita dal popolo giallo-blu, che ha subito puntato l’indice contro la dirigenza per un cambio di panchina che si ritiene potesse essere evitato.
L’annuncio della società sullo spostamento ad Anderlecht ha prodotto dapprima l’incredulità generale, quindi una levata di scudi. Gli Union Bhoys, il nucleo storico dei tifosi dell’Union Saint Gilloise, hanno prodotto un duro comunicato in cui condannano la decisione. “Un passo che non si sarebbe mai dovuto fare”. La motivazione addotta dal presidente viene definita “la ciliegina su un torta indigesta”. I tifosi annunciano senza messi termini che non acquisteranno i ticket per la partita di ottavi di finale in programma il 16 marzo. “La dirigenza conta su di noi per fare ci questo evento una grande festa? Ebbene, si farà senza di noi”.
Nel comunicato si critica esplicitamente Philippe Bormans, presidente del consiglio d’amministrazione del club, espressione di Tony Bloom, l’uomo d’affari inglese proprietario dell’Union Saint Gilloise e già presidente del Brighton. Bloom, da buon inglese, dovrebbe conoscere certe dinamiche: provate a chiedere ai sostenitori del Brighton come prenderebbero di trasferirsi nello stadio del Crystal Palace per le partite casalinghe. Insomma, la dirigenza l’ha combinata grossa e adesso l’ambiente è spaccato.
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(Una storia sulla rivalità tra Milwall e West Ham, citata in questo articolo, è disponibile qui).
(Per saperne di più sulla rivalità tra le due tifoserie di Brighton e Crystal Palace, si può consultare questa pagina web e anche quest’altra pagina web).