Bruxelles – Lavorare alla creazione di uno spazio europeo dei dati delle costruzioni per aumentare la portata dei “percorsi di transizione” nell’affrontare la questione dell’impatto ambientale del settore edile. Green Deal europeo e Next Generation Eu hanno ormai spazzato via ogni dubbio sul fatto che la digitalizzazione è al centro della transizione verde, ma ciò che si sta profilando all’orizzonte per le istituzioni comunitarie è la necessità di spingere in maniera significativa sull’uso dei dati generati dai diversi comparti industriali.
È quanto emerge dal documento di lavoro dei servizi dell’esecutivo comunitario Scenari per un percorso di transizione verso un ecosistema edilizio resiliente, più verde e più digitale, che come riporta Euractiv ha aperto la strada verso la pubblicazione della versione finale nel primo trimestre del 2023. L’importanza del settore edile per l’economia del Mercato Unico emerge da alcuni dati evidenziati nel documento: l’ecosistema delle costruzioni industriali impiega circa 24,9 milioni di persone e fornisce un valore aggiunto di oltre un miliardo di euro (quasi un decimo del totale Ue). Tuttavia il settore è estremamente frammentato e dominato dalle micro e piccole imprese, pari al 99,9 per cento (5,3 milioni), che rappresentano il 90 per cento dell’occupazione. Ecco perché, per affrontare i problemi legati all’inefficienza della frammentazione del mercato – ma anche alla mancanza di manodopera qualificata, all’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia e all’impatto ambientale – la chiave può essere proprio l’implementazione di uno spazio europeo dei dati industriali.
“La digitalizzazione è un mezzo, un fattore abilitante per ottenere un ambiente costruito migliore per il pianeta e per le persone”, precisa il documento della Commissione, sottolineando un altro fattore significativo: “È importante analizzare il ruolo della digitalizzazione per l’ecosistema industriale e per i processi di costruzione, piuttosto che la digitalizzazione dell’edificio stesso” – vale a dire edifici intelligenti ad alta efficienza energetica – dal momento in cui “la digitalizzazione trasforma l’intero ecosistema, portando all’efficienza dei processi, al supporto della circolarità, alla certificazione e alla tracciabilità”. In altre parole, lo spazio europeo dei dati nel settore edile potrebbe rappresentare il fattore di svolta per aumentare sostenibilità ed efficienza energetica in fase di progettazione e costruzione, affrontando le conseguenze della guerra russa in Ucraina sulle catene di approvvigionamento globale e senza stravolgere un mercato europeo frammentato.
Per fare tutto questo, l’esecutivo comunitario ha iniziato a definire nel proprio documento di lavoro le modalità per sfruttare l’enorme mole di dati prodotti dal settore delle costruzioni. La priorità è proprio “sostenere la creazione di uno spazio europeo dei dati sulle costruzioni” attraverso “prossimi programmi di finanziamento e altri database (per esempio, sulle prestazioni energetiche)”. A questo si aggiunge la promozione di “strumenti e protocolli europei per la condivisione, l’uso e l’organizzazione dei dati” – come i registri digitali degli edifici, i certificati di prestazione energetica (Epc) e i passaporti di ristrutturazione degli edifici (Brp) e l’indicatore di prontezza intelligente (Isr) – sfruttandone il potenziale “per realizzare la transizione verde e climatica”. Si potranno anche sfruttare i dati forniti dai programmi spaziali Ue (Copernicus e Galileo) “per il rilevamento precoce e il monitoraggio remoto dei cantieri o con un rilievo accurato delle costruzioni”.
Nella valutazione della Commissione Ue, “l’ecosistema delle costruzioni è considerato in ritardo nell’adozione delle tecnologie digitali“. Il quadro però è variabile a seconda delle attività (architettura e ingegneria per gli edifici e le infrastrutture hanno un alto tasso di utilizzo, mentre l’adozione è più lenta nei cantieri e nella manutenzione), del tipo di processi (il tasso è basso negli appalti pubblici, nella raccolta e condivisione dei dati e nel rilascio dei permessi di costruzione), dei progetti (la costruzione di grandi progetti infrastrutturali richiede l’uso di tecnologie digitali a causa della loro complessità) e delle dimensioni delle aziende: “Poche grandi aziende intraprendono progetti e subappaltano parte delle loro attività a piccole e medie imprese, che non sempre hanno i margini per gli investimenti iniziali in tecnologie innovative“. Eppure la digitalizzazione “crea un ponte” tra le diverse fasi della costruzione, tra i diversi professionisti (“dalla visione dell’architetto, il lavoro in cantiere può diventare più partecipativo”) e, secondo la Commissione, uno spazio europeo dei dati nel settore edile “può contribuire a creare fiducia, trasparenza e migliorare il processo decisionale”.