Bruxelles – Domanda aggregata di gas e acquisti comuni. Bruxelles porta avanti il lavoro per rendere operativa la piattaforma energetica dell’Ue, con l’obiettivo di arrivare entro la prossima estate a chiudere i primi acquisti comuni, anche a lungo termine, con i fornitori che reputa affidabili, come Stati Uniti e Norvegia. A scandire l’agenda è oggi Maros Sefcovic, vicepresidente della Commissione europea responsabile per le Relazioni interistituzionali (e per la piattaforma), in una conferenza stampa al termine della tavola rotonda che ha riunito virtualmente 33 aziende a discutere sugli acquisti comuni di gas nell’ambito della piattaforma energetica dell’Ue.
La tempistica non è casuale. Solo ieri i ministri dell’Energia, riuniti a Bruxelles, hanno trovato un accordo politico sul ‘price cap’, sbloccando anche il regolamento di emergenza contro il caro energia, con un capitolo sugli acquisti comuni di gas, che la Commissione europea aveva presentato lo scorso 18 ottobre. Bruxelles metterà a punto uno strumento di aggregazione della domanda per aiutare i governi a riempire gli stoccaggi in vista dell’inverno 2023/2024. I Paesi sono obbligati ad aggregare la domanda di volumi di gas per almeno il 15% dei rispettivi obblighi di riempimento degli stoccaggi. Oltre il 15%, l’aggregazione sarà volontaria.
Una volta adottato in procedura scritta questa settimana, il regolamento sarà la base giuridica per l’avvio effettivo del processo che, secondo Sefcovic, sarà delineato in tre tappe: entro gennaio, l’Ue selezionerà “un fornitore di servizi per organizzare la piattaforma informatica” che servirà per l’aggregazione della domanda; a inizio primavera, “pubblicheremo la domanda aggregata e organizzeremo gare d’appalto per attrarre offerte di fornitura”; e poi l’ambizione è quella di “concludere il nostro primo acquisto congiunto – anche attraverso contratti a lungo termine – con i fornitori di gas ben prima della prossima estate”, ha detto. I lavori partiranno dunque a gennaio con la prima riunione ufficiale del comitato direttivo della piattaforma, che riunisce i rappresentanti della Commissione e di tutti i paesi Ue.
La riunione è stata aperta dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha messo in guardia sul fatto che il “2023 sarà più difficile e potremmo dover affrontare un potenziale deficit di quasi 30 miliardi di metri cubi di gas naturale il prossimo anno. Trasformando in realtà l’acquisto congiunto di gas, utilizzeremo il peso economico e politico dell’UE per garantire maggiori forniture ai nostri cittadini e all’industria”.
Good meeting with CEOs of energy companies on the EU Energy Platform.
If we’re safe this winter, it’s also thanks to the efforts of these companies.
Let’s prepare next winter together now, by making joint purchasing a reality. pic.twitter.com/eDWmBX4zml
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 20, 2022
Gli acquisti congiunti di gas sono considerati fondamentali per riprendere a riempire gli stoccaggi appena finirà l’inverno e soprattutto per evitare concorrenza tra i governi nell’acquisto delle forniture, così come è stato fatto durante la pandemia Covid-19 per i vaccini. La piattaforma energetica è stata dalla Commissione lo scorso 7 aprile, a cui gli Stati membri possono aderire su base volontaria per negoziare e cercare approvvigionamenti di gas (e in futuro anche idrogeno e gas naturale liquefatto), principalmente per mantenere anche i prezzi più contenuti potendo gestire la domanda a livello comunitario e non nazionale. Nella sostanza si cerca di evitare che ci sia concorrenza tra i Paesi membri dell’Ue nell’acquisto di forniture, data la necessità di accelerare con la diversificazione dei fornitori e riempire le riserve.
Il lavoro della piattaforma è stato organizzato attraverso 5 task force su base regionale: il gruppo regionale dell’Europa sudorientale è nato lo scorso 5 maggio a Sofia, in Bulgaria; a giugno è nato il gruppo regionale centro-orientale (che riguarda Italia, Austria, Germania, Repubblica ceca, Ungheria, Polonia, Slovenia, Croazia e Slovacchia) insieme a Ucraina e Moldavia; mentre i gruppi regionali Europa nordoccidentale, Europa sudoccidentale e Paesi baltici e Finlandia sono stati avviati a luglio ma devono ancora definire i piani d’azione. Tuttavia, gli acquisti comuni veri e propri fanno molta fatica a partire, non solo perché mancava il quadro normativo, ma anche perché gli acquisti comuni non responsabilità dei governi ma degli operatori privati. Per favorire il dialogo con il comparto industriale che dovrà gestire le forniture, Bruxelles ha dato vita anche a un gruppo consultivo dell’industria, ovvero un gruppo di esperti informale che fornirà alla Commissione la prospettiva industriale necessaria per conseguire gli obiettivi della piattaforma energetica dell’UE e affrontare le attuali sfide energetiche. Il gruppo di rappresentanti industriali conta in tutto 31 società europee, tra cui dall’Italia Edison Spa, ENEL SpA, Eni S.p.A., Solvay SA.