Bruxelles – Dopo quasi otto mesi senza un numero uno con pieni poteri, Frontex ha un nuovo direttore esecutivo. Hans Leijtens, generale olandese attualmente comandante della Polizia militare reale dei Paesi Bassi, è stato nominato questo pomeriggio (martedì 20 dicembre) dal consiglio direttivo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, nel corso di una seduta straordinaria a porte chiuse. In linea con il parere del Parlamento Ue – a seguito dell’audizione dei candidati in commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe) – il voto a scrutinio segreto ha sancito la nuova nomina di Leijtens: “Il consiglio direttivo si augura che il nuovo direttore esecutivo assuma le sue funzioni al più presto“, si legge nella nota dell’Agenzia Ue.
Dal 2 settembre 2019 il generale Leijtens riveste la carica di comandante della Koninklijke Marechaussee e di governatore della Residenza, che lo rende responsabile del cerimoniale militare dell’Aia. Nato a Tilburg il 26 marzo 1963, si è formato presso la Koninklijke Militaire Academie di Breda in sociologia e psicologia. Ha poi proseguito l’addestramento come ufficiale presso il centro della Koninklijke Marechaussee di Apeldoorn, mentre nel 2008 ha conseguito il dottorato in amministrazione pubblica presso l’Università di Leida. Nominato per la prima volta il 31 maggio 2012 come comandante della Polizia militare reale e governatore della Residenza, ha lasciato dopo tre anni e mezzo di servizio le due cariche, per entrare nel gruppo di vertice del Servizio amministrativo generale del Ministero dell’Interno olandese.
Tra fine maggio 2015 e inizio settembre 2019 è stato direttore generale dell’Amministrazione fiscale e doganale dei Paesi Bassi, poi direttore generale del programma di ricostruzione delle Isole Sopravvento e infine è entrato a far parte dell’International Board of Auditors, l’organo di controllo esterno e indipendente che riferisce direttamente al Consiglio del Nord Atlantico e che fornisce agli Stati membri Nato garanzie sulla spesa dei fondi comuni. Dell’International Board of Auditors è stato eletto presidente nel 2019, prima del ritorno alla guida della Koninklijke Marechaussee.
Per diventare direttore esecutivo di Frontex, Leijtens ha dovuto superare la concorrenza di Terezika Gras, segretaria di Stato del Ministero degli Interni croato, e di Aija Kalnaja, direttrice esecutiva ad interim dell’Agenzia dal primo luglio a oggi. “Congratulazioni a Hans Leijtens”, ha twittato la commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, rivolgendo un ringraziamento alla funzionaria lettone Kalnaja “per la sua eccellente leadership in un periodo difficile”. La commissaria ha confermato che l’esecutivo Ue è impegnato a “continuare a migliorare la governance di Frontex, per proteggere al meglio le frontiere esterne dell’Ue“.
Congratulations to Hans Leijtens @lgenLeijtens today appointed new @Frontex executive director.
My thanks to @KalnajaAija for her excellent leadership during a difficult period.
We are committed to continue improving Frontex governance, to best protect the EU external border. pic.twitter.com/riO0Qsd0Lb
— Ylva Johansson (@YlvaJohansson) December 20, 2022
Gli scandali Frontex
Il primo compito del nuovo direttore esecutivo di Frontex sarà quello di guidare l’Agenzia Ue fuori da uno dei periodi più bui dalla sua istituzione. L’ultimo scandalo che ha coinvolto l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera vede la presenza anche dell’ormai ex-direttrice esecutiva ad interim Kalnaja tra gli indagati dell’Ufficio europeo anti-frode (Olaf) per ritardi non giustificati nel pagamento degli alloggi dei suoi funzionari di stanza all’estero. Secondo quanto emerge dall’inchiesta internazionale guidata da Lighthouse Reports, Der Spiegel e Mediapart, Frontex avrebbe sospeso il contratto con il principale fornitore di servizi di alloggio – l’agenzia di viaggi estone Baltic Tours – perché sospettato di aver applicato prezzi “eccessivi”. In questo modo i locatori europei che ospitavano soprattutto membri del corpo permanente di Frontex non avrebbero ricevuto il compenso dovuto e sarebbero ancora in attesa degli affitti che l’Agenzia deve pagare con i fondi comunitari. Il possibile coinvolgimento di Kalnaja negli ultimi mesi sembra essere stato la pietra tombale sulle speranze della funzionaria lettone di essere confermata ufficialmente alla guida di Frontex.
Ma la vera tempesta che ha travolto Frontex si è scatenata lo scorso 29 aprile, quando l’ex-direttore Leggeri ha annunciato le dimissioni, portando come giustificazione il fatto che “il mandato su cui sono stato eletto e rinnovato nel giugno 2019 è stato silenziosamente ma effettivamente cambiato“. La Commissione Ue ha smentito immediatamente qualsiasi cambio di ruolo dell’Agenzia nel proteggere le frontiere esterne dell’Unione ed è apparso subito evidente che la decisione è dipesa dai contenuti del rapporto dell’Olaf sulla cattiva condotta in relazione alle violazioni dei diritti umani alle frontiere esterne dell’Ue.
Nel corso dell’audizione a porte chiuse da parte delle commissioni per il controllo dei bilanci (Cont) e per le Libertà civili (Libe) del Parlamento Europeo, il direttore generale dell’Olaf, Ville Itälä, ha confermato che le violazioni riguardavano anche la leadership di Frontex. Proprio per questo motivo il rapporto è rimasto nascosto per mesi. L’Ufficio europeo anti-frode non può pubblicare i rapporti, perché il suo compito è solo quello di condurre le investigazioni, mentre l’agenzia direttamente interessata ha sì l’obbligo di trasparenza, ma anche quello di “trattare i rapporti in modo confidenziale”, dal momento in cui il documento menziona esplicitamente le persone coinvolte nelle violazioni dei diritti umani. Al momento il documento ufficiale non è ancora stato reso pubblico.
Il contenuto del rapporto è però di dominio pubblico dallo scorso 13 ottobre, grazie a un leak (una fuga di notizie non autorizzata) pubblicato dalla stessa rete di media internazionali. Al centro delle indagini concluse nel febbraio di quest’anno – dopo 16 mesi di lavoro – ci sono interviste a testimoni oculari, messaggi WhatsApp ed e-mail ottenute dalle perquisizioni degli uffici della sede di Frontex a Varsavia. In questo modo l’Olaf ha potuto ricostruire il coinvolgimento attivo o passivo (cioè di non impedimento delle violazioni) da parte dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera nei pushback, i respingimenti illegali di persone con diritto alla protezione internazionale ai confini dell’Ue, messi in atto dalla guardia costiera greca: in molti passaggi del documento viene denunciata la pratica di abbandonare esseri umani in zattere di salvataggio gonfiabili in mezzo al mare per impedire loro di esercitare un proprio diritto fondamentale. La direzione di Frontex ha nascosto casi di violazioni dei diritti umani “di natura grave o che probabilmente persisteranno” anche al suo stesso responsabile dei diritti fondamentali, Jonas Grimheden (dal giugno 2021).