Bruxelles – Un accordo “storico”, che spiana la strada a “obiettivi e traguardi globali” per proteggere e ripristinare la natura, garantirne l’uso sostenibile e stimolare gli investimenti per l’economia verde. Le istituzioni comunitarie celebrano così l’intesa siglata questa mattina (lunedì 19 novembre) in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità Cop15 di Montréal, che non solo definisce obiettivi complementari all’Accordo di Parigi sul clima per la neutralità climatica al 2050, ma stabilisce anche un sistema completo di monitoraggio, rendicontazione e revisione per monitorarne i progressi.
“Abbiamo un accordo”, ha twittato questa mattina il commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca, Virginijus Sinkevičius, annunciando che i team negoziali in Canada hanno fatto “la storia della Cop15” con l’accordo di Kunming (Cina)-Montreal (Canada) “per la natura e le persone di tutto il mondo”. Un’intesa che prevede il ripristino del 30 per cento degli ecosistemi degradati su terra e mare entro il 2030 e la conservazione della stessa quota di aree terrestri e marine al 2030. Per la Commissione si tratta di un’accelerazione di “politiche ambiziose” in tutto il mondo, grazie alla mobilitazione di finanziamenti per la biodiversità pari a 200 miliardi di dollari all’anno entro la fine del decennio, ma anche attraverso l’impegno a individuare entro il 2025 – ed eliminare entro il 2030 – almeno 500 miliardi di dollari all’anno di sussidi dannosi per la biodiversità. “Accolgo con favore lo storico risultato della Cop15”, ha commentato la presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen: “Ora il mondo ha un doppio binario d’azione per un’economia globale sostenibile”.
DEAL
Tonight, we make history at #COP15.
The Kunming-Montreal deal for Nature & people all over the world.
30% degraded ecosystems on land & sea to be restored by 2030
30% terrestrial & marine areas conserved & managed by 2030 pic.twitter.com/CGVx9ilK59
— Virginijus Sinkevičius (@VSinkevicius) December 19, 2022
Tra le misure concordate alla Cop15 di Montréal compare anche l’impegno per arrestare l’estinzione delle specie conosciute e ridurre di dieci volte il rischio per tutte le specie (comprese quelle sconosciute) entro il 2050. Entro la fine del decennio si dovrà limitare di “almeno il 50 per cento” i nutrienti dispersi nell’ambiente e il rischio dei pesticidi, ma anche gli impatti negativi dell’inquinamento da tutte le fonti “a livelli non dannosi per la biodiversità e le funzioni dell’ecosistema”. Attraverso la riduzione “significativa” dei consumi e della produzione dei rifiuti e il dimezzamento degli sprechi alimentari, si punterà a limitare l’impronta globale, gestendo “in modo sostenibile le aree destinate all’agricoltura, all’acquacoltura, alla pesca e alla silvicoltura”, con un aumento “in modo sostanziale” dell’agroecologia. Sul piano delle coltivazioni, entro il 2030 dovrà essere ridotto del 50 per cento il tasso di introduzione e di insediamento delle specie esotiche invasive e parallelamente i 195 Paesi firmatari dell’intesa della Cop15 dovranno garantire l’uso e il commercio “sicuro, legale e sostenibile” delle specie selvatiche. Oltre a “rendere più verdi gli spazi urbani”, si punterà anche a mobilitare finanziamenti per permettere alle imprese di rispettare gli impegni sulla biodiversità.
L’importanza dell’accordo della Cop15 emerge da due dati cruciali: “Più della metà del Pil mondiale dipende dai servizi ecosistemici“, mentre “il 70 per cento delle persone più vulnerabili del mondo dipende direttamente dalle specie selvatiche“, ha ricordato la presidente von der Leyen. “Investire nella natura significa anche combattere il cambiamento climatico”, e di qui il significato dell’accordo di Kunming-Montreal: “La comunità globale ha una tabella di marcia per proteggere e ripristinare la natura e utilizzarla in modo sostenibile, per le generazioni attuali e future”. Non è un caso se l’Ue ha sottoscritto anche un pacchetto di solidarietà internazionale, in particolare per i Paesi più vulnerabili e con maggiore biodiversità: il nuovo Fondo quadro globale per la biodiversità – istituito nell’ambito del Fondo mondiale per l’ambiente – sarà aperto a finanziamenti da tutte le fonti.
Per Bruxelles è centrale l’aver portato avanti con “unità e leadership” i quattro anni di negoziati nel quadro della Cop15, in linea con le azioni previste dal Green Deal europeo per proteggere e ripristinare la natura. “L’Unione Europea ha lavorato per creare lo spazio per un accordo ambizioso, ora è giunto il momento per tutti i Paesi di realizzare i nostri obiettivi naturalistici per il 2030 e il 2050″, ha sottolineato con forza la presidente von der Leyen, confermando che “l’Ue manterrà la rotta” sulla propria strategia di crescita verde, che “ci pone in prima linea in questa trasformazione economica globale”. Anche per il gruppo dei Verdi/Ale al Parlamento Europeo, il risultato è “storico”, come dichiarato da Ville Niinistö, vicepresidente della delegazione dell’Eurocamera alla Cop15: “Questo è un grande successo per la conservazione della natura e dà speranza per il futuro degli ecosistemi e delle specie della Terra”. Anche se i risultati “non sono perfetti sotto tutti i punti di vista”, Niinistö ha sottolineato che sono comunque “i migliori possibili ora raggiungibili tra i Paesi del mondo” e che, per trasformarli in realtà, “tutti i livelli devono ora fare la loro parte”.