Bruxelles – Il Qatargate irrompe in agenda contemporaneamente a Bruxelles e a Strasburgo. Da un lato, al Consiglio Ue nella capitale belga, i 27 leader hanno aperto i lavori con un dibattito con la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, che si è concentrato in gran parte sullo scandalo che da venerdì scorso (9 dicembre) sta sconvolgendo l’Aula. Dall’altro, gli europarlamentari riuniti in plenaria a Strasburgo hanno adottato una risoluzione sui sospetti di corruzione da parte del Qatar e sulla necessità di trasparenza nelle istituzioni europee.
A seguito del dibattito di martedì (13 dicembre) il testo non legislativo è stato approvato a larghissima maggioranza con 541 voti favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni: le azioni immediate e le riforme per garantire maggiore trasparenza sono quelle già anticipate nei giorni scorsi dalla leader del Parlamento Ue, che oggi ha ribadito di essere al lavoro per “mettere insieme un ampio pacchetto di riforme, che sarà pronto per il prossimo anno”.
Le misure immediate riguardano prima di tutto l’interruzione di tutti i lavori sui fascicoli relativi al Qatar, “fino a quando la situazione non sarà più chiara”: Metsola ha confermato che il file sulla liberalizzazione dei visti con l’emirato sarà rimandato alla Commissione parlamentare competente, “per una piena indagine su eventuali interferenze e pressioni finanziarie o di altra natura”. L’altro dossier finito sotto i riflettori è l’accordo sull’aviazione, firmato a ottobre 2021 e ancora da ratificare, che garantisce alla compagnia di bandiera Qatar Airways l’accesso illimitato al mercato Ue: visto il processo di ratificazione ancora in corso, la presidente dell’Eurocamera sarebbe già in contatto con la Direzione Generale Mobilità e Trasporti (DG Move) della Commissione “per decidere come procedere”.
La seconda decisione che può essere presa con relativa tempestività è la sospensione dei badge per l’accesso al Parlamento da parte dei rappresentanti d’interessi del Qatar. Metsola ha dichiarato che già ieri la Ong di Niccolò Figà-Talamanca, coinvolta nello scandalo, No peace without Justice, che contava 11 persone accreditate, è stata sospesa.
Le altre misure proposte nella risoluzione prevedono una più ampia riforma del regolamento del Parlamento Ue: Metsola ha annunciato che guiderà personalmente i lavori, che includono “un rafforzamento del sistema di protezione degli informatori, il divieto su tutti i gruppi d’amicizia non ufficiali con i Paesi terzi e una revisione del codice di condotta dell’aula”.
C’è poi la questione del Registro per la trasparenza, che gli europarlamentari vogliono rendere obbligatorio ed esteso agli ex-eurodeputati e ai rappresentanti di Paesi terzi: per la leader del Parlamento Ue è necessario accompagnare il registro con un nuovo regime di sanzioni, che punisca chiunque non trascrive i propri incontri. La risoluzione propone anche l’introduzione di dichiarazioni patrimoniali all’inizio e alla fine del mandato dei deputati, che “si impegnano a garantire la piena trasparenza sui loro redditi aggiuntivi”. Nel testo è stato incluso un emendamento, passato con 257 voti favorevoli e 214 contrari, che chiede di vietare donazioni da Paesi terzi a deputati e partiti politici. Si sono opposti alla proposta, formulata dal gruppo dei Verdi, una fetta importante del Partito Popolare Europeo (Ppe) e dei Socialisti e Democratici (S&D), a eccezione della quasi totalità della delegazione italiana.
Quando sarà reso noto l’esito degli eventuali procedimenti giudiziari, l’Eurocamera ha intenzione di istituire una commissione d’inchiesta interna per indagare sui casi di corruzione e sulle ingerenze straniere: “Ribadisco a tutti che non ci sarà impunità e non sarà nascosta polvere sotto il tappeto”, ha tuonato Metsola dal vertice di Bruxelles.
Le reazioni dei 27 leader Ue
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e i capi di Stato e di governo dei Paesi membri hanno rilasciato numerose dichiarazioni, al loro arrivo nella capitale Ue, sullo scandalo delle tangenti tra i banchi dell’eurocamera. A cominciare dal primo ministro del Belgio, Alexander De Croo, che ha sottolineato “l’apprezzamento per il ruolo svolto dalla giustizia belga” nel portare a galla questa vicenda “scioccante”. Vicenda definita “vergognosa” dal leader greco Kyriakos Mītsotakīs, che “auspica che le autorità giungano presto a una conclusione”. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha esortato a “lasciare che la giustizia faccia il suo corso e che le istituzioni competenti prendano le decisioni basate sui fatti”.
Per la prima ministra italiana, Giorgia Meloni, al suo primo vertice europeo, “lo scenario è oggettivamente molto preoccupante, le notizie che escono raccontano qualcosa che non avremmo mai immaginato”. Il presidente del Consiglio Michel, dopo aver ribadito “pieno sostegno alle parole di Metsola”, ha ammesso la necessità dell’Ue “di relazionarsi con Paesi terzi, anche con i Paesi del Golfo”. Relazioni che, ha concluso Michel, Bruxelles “deve prendersi l’impegno di costruire in modo davvero trasparente”