Bruxelles – Avanti con la cooperazione nell’industria della difesa. Il vertice del Consiglio europeo produce l’intesa politica per velocizzare quel processo volto ad assicurare ai 27 la propria sicurezza e, per quanto riguarda la difesa, “perseguire un corso strategico di azione e accrescere la capacità di agire autonomamente“. Per questo una nuova politica industriale resta l’azione faro per guidare questo processo di rinnovamento che l’Ue, faticosamente, sta cercando di imporsi. Le conclusioni del summit dei capi di Stato e di governo insistono perciò sulla necessità di procedere di “adottare rapidamente” il regolamento Edirpa per la creazione di appalti congiunti in materia di difesa. Un invito rivolto al Parlamento europeo e ai ministri competenti.
Di fronte a un mondo sempre più instabile e costellato di sfide geopolitiche crescenti, si avverte il bisogno di ‘fare squadra’, attraverso la creazione di consorzi europei che possono consentire uno sviluppo del settore ‘made in Eu’ e uscire dalle logiche seguite fin qui. Un approccio su cui l’Italia non frena e che anche il Paese vede di buon grado, ma la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ribadisce che questa agenda non deve pregiudicare le cooperazione industriali esistenti.
L’esecutivo tricolore mira a salvaguardare le commesse con Regno Unito (qui resta centrale la produzione di elicotteri attraverso Augusta-Westland) e Stati Uniti (qui invece è attiva Financantieri), nel rispetto di un governo disposto a discutere di tutto pur deciso a tutelare gli interessi nazionali. Ma da parte italiana c’è anche la disponibilità a guardare a nuove opportunità, soprattutto con Francia e Germania.
Sempre in ambito di appalti congiunti, i leader esortano Commissione europea e Agenzia europea per la difesa (Eda) a intensificare gli sforzi in corso per individuare le esigenze e facilitare e coordinare gli appalti congiunti, in particolare per ricostituire le scorte, in particolare alla luce del sostegno fornito all’Ucraina;
Il Consiglio chiede poi “un’ulteriore accelerazione” dell’attuazione di progetti di infrastrutture per la mobilità militare, compresi progetti di infrastrutture a duplice uso, e invita la Commissione Ue a presentare, altrettanto “rapidamente”, una proposta per un programma europeo di investimenti nel settore della difesa per rafforzare la capacità e la resilienza del settore industriale e tecnologico della difesa europeo, comprese le piccole e medie imprese, e per “colmare le lacune strategiche e ridurre le dipendenze tecnologiche e industriali”.
Gli investimenti comprendono anche un capitolo specifico che trova posto in un sottoparagrafo conclusivo a sé, quello relativo ai cosiddetti ‘fattori abilitanti strategici’, come la cibersicurezza e la connettività spaziale, nonché nella resilienza delle infrastrutture critiche. Qui si ravvisa di ravvivare il flusso e la mole di investimenti, considerati quanto mai strategici.
Nel più ampio ragionamento si vuole anche una riforma della Politica di sicurezza e difesa comune (Csdp). Qui va rafforzata la componente civile, “in vista dell’adozione di un nuovo patto civile entro maggio 2023”.