Bruxelles – Nuova fumata nera sul tetto al prezzo del gas al Consiglio straordinario dell’energia che si è svolto oggi (13 dicembre) a Bruxelles, il quinto sotto presidenza della Repubblica ceca alla guida dell’Ue. Dopo otto ore di negoziati, i ministri europei dell’energia lasciano Bruxelles senza aver trovato un’intesa sul ‘price cap’, il meccanismo di correzione del mercato proposto dalla Commissione europea lo scorso 22 novembre.
Posizioni più vicine sull’impianto del meccanismo ma non abbastanza da trovare la quadra politica sulle cifre per attivare il ‘cap’. E la decisione slitta al prossimo Consiglio Ue ordinario dell’energia in programma lunedì 19 dicembre. Insieme all’accordo politico sul ‘price cap’, slitta a lunedì prossimo anche il via libera formale dei ministri sul regolamento di emergenza sull’accelerazione dei permessi alle rinnovabili e sugli acquisti congiunti di gas, che i ministri hanno scelto di legare in una ‘logica a pacchetto’ all’accordo sul cap.
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Il nodo che resta da sciogliere “è la soglia di prezzo”, ha sintetizzato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un breve punto stampa al termine del Consiglio. Ha riferito che i ministri hanno “stabilizzato un testo sul meccanismo” di correzione del mercato anche se “certamente ci sono ancora punti che vanno definiti e andranno definiti alla riunione del Consiglio Energia di lunedì 19 dicembre”.
C’è dunque un’intesa di principio sull’impianto del price cap, ma ancora manca l’accordo sulle cifre per far scattare il tetto.
Nelle otto ore di discussione, la presidenza ceca al Consiglio Ue ha messo sul tavolo un nuovo testo di compromesso in cui le cifre per far scattare il meccanismo sono racchiuse tra parentesi e vanno da 160 euro/MegaWattora a 220 euro/MWh, a indicare la fascia di prezzo per attivare il tetto entro la quale si sta muovendo il negoziato. Per far scattare il tetto, la soglia di prezzo dovrebbe rimanere più elevata della cifra che dovrà essere stabilita per un periodo di tempo tra 3 e 5 giorni e quando la differenza con i prezzi globali del gas naturale liquefatto (GNL) è sopra 35 euro per lo stesso numero di giorni.
La Commissione europea ha proposto lo scorso 22 novembre un tetto al prezzo del gas scambiato sul mercato olandese – il TTF di Amsterdam – scatterebbe di fronte a due condizioni contemporaneamente: quando i prezzi raggiungono i 275 euro per MegaWattora per due settimane e quando i prezzi sono superiori di oltre 58 euro per MWh rispetto a quelli del gas naturale liquefatto (GNL) sul mercato globale. Perché troppo alto o perché troppo basso, la proposta di Bruxelles non piace alla maggior parte degli Stati membri. L’Italia guida un gruppo di una decina di Paesi, tra cui la Grecia, il Belgio, la Polonia, che chiede un limite di prezzo più stretto e in parte dinamico, mentre Germania e Paesi Bassi spingono per un tetto più alto, temendo che il meccanismo possa mettere a repentaglio le forniture all’Europa, alla ricerca di fornitori alternativi a Mosca per riempire di nuovo le riserve di gas nella stagione 2023.
La presidenza di Praga sta cercando una soglia di compromesso che possa mettere d’accordo tutti anche se non è semplice. L’accordo è vicino”, secondo il ministro dell’Industria e del commercio della Repubblica Ceca, Jozef Sikela, che ha presieduto la riunione, avvertendo però che ancora non è il momento per festeggiare un’intesa. Sul price cap sul gas ci sono stati alcuni “progressi” ma “ci sono ancora punti di vista diversi”, ha commentato anche la commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, al termine del Consiglio. La commissaria ha riferito che servirà “altro tempo” per arrivare a un’intesa a Ventisette. “La presidenza ceca lavorerà a un compromesso per raggiungere il più ampio sostegno del maggior numero degli Stati membri entro Natale”, ha evidenziato. Per ora non ci sono indicazioni sul fatto che la questione sarà formalmente discussa anche dai capi di stato e governo al Vertice Ue in programma giovedì a Bruxelles, anche se informalmente è inevitabile che il tema sarà presente nel confronto tra i leader Ue. La proposta della Commissione Ue è un regolamento del Consiglio e fa leva sull’articolo 122 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea: può essere approvato senza passaggio parlamentare a maggioranza qualificata dagli Stati membri, quindi quando il 55% degli Stati membri vota a favore e gli Stati membri che appoggiano la proposta rappresentano almeno il 65 per cento della popolazione totale dell’UE. La presidenza di Praga ha sempre chiarito di voler cercare il più ampio consenso possibile sulla proposta senza arrivare a ‘contare i numeri’ e quindi senza arrivare ad approvare il cap a maggioranza qualificata o, peggio, a rimettere la questione all’unanimità del Vertice Ue.