Bruxelles – Convergenza da una parte, presa di distanza dell’altra. Giancarlo Giorgetti, nei confronti dell’Ungheria, si barcamena. Il ministro dell’Economia non si oppone alla richiesta di nuove verifiche sugli impegni di Budapest per sgombrare il campo dai dubbi circa i rischi per il bilancio comune, ed evita il congelamento dei fondi Ue ai danni dello Stato membro. Allo stesso tempo però, cerca di convincere il partner dell’est a togliere il veto sull’introduzione di una tassazione minima per le imprese per garantire il via libera alla rivoluzione del fisco.
Nel corso dei lavori dell’Ecofin, il titolare del Tesoro si è speso per una via libera a quel provvedimento ancora fermo e su cui tutti auspicano passi avanti. “Il raggiungimento del compromesso con l’Ungheria è fondamentale per sbloccare i fondi europei per l’Ucraina, il secondo pilastro (della politica di tassazione sulle imprese, ndr) e ovviamente il piano per la ripresa ungherese”, sottolinea Giorgetti.
I tre dossier sono considerati dalla presidenza ceca di turno come un ‘pacchetto’, file cioè da approvare insieme allo stesso tempo anziché singolarmente, in momenti diversi. Ma lo stallo su uno solo di queste tre proposte rende impossibile procedere con le altre.
La proposta di direttiva sulla tassazione minima delle grandi imprese, che intende colpire ogni azienda con fatturato annuo dai 750 milioni di euro con una tassa di almeno il 15 per cento, si lega alla questione della tassazione digitale, ossia il regime per assicurarsi che gli operatori del web, a partire dai colossi statunitensi, paghino la loro quota di tasse. Mentre la tassazioni minima (è questo il ‘pilastro 2’) è comunitario, la politica fiscale per gli operatori di internet (pilastro 1) rientra in un accordo raggiunto in sede Ocse, e quindi oggetto di accordo internazionale.
Budapest giustifica la sua posizione con i rischi legati a procedere solo sulla questione numero 2 senza procedere in parallelo con la questione numero 1, ma c’è chi ritiene che le ragioni siano altre, ed in particolare i fondi Ue ancora non concessi nell’ambito del piano per la ripresa. Ad ogni modo l’Ungheria sta tenendo in scacco l’Unione. Ecco perché, continua Giorgetti, “la conclusione positiva della vicenda è oggettivamente nell’interesse di tutti“.
Il ministro dell’Economia del governo Meloni dunque prova a mediare e tenere una posizione utile a tutelare gli interessi italiani, come pure ribadito dal ministro Fitto all’evento How Can We Govern Europe organizzato da Eunews, senza compromettere le relazioni con un partner considerato strategico nella visione più nazionale delle politiche europee. Invitando però a far venir meno il proprio veto intanto Giorgetti, su questo file, si sfila e conferma l’alleanza costruita dall’Italia, sotto precedente governo, con Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi. Le nozze sovraniste possono attendere.