Bruxelles – Collegare la Sicilia alla Calabria e al resto d’Italia, ma anche collegare l’Italia con il resto d’Europa. Al suo esordio in Europa in veste di ministro dei Trasporti e della mobilità sostenibile, Matteo Salvini rilancia a Bruxelles il tema mai passato delle grandi opere e della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina per mettere fine all’isolamento siciliano e mettere l’isola in collegamento diretto con il resto della Penisola. E detta anche l’agenda, promettendo (ottimisticamente) di aprire i cantieri dei lavori già entro due anni, pur non avendo ancora in mano un progetto da presentare a Bruxelles.
E un progetto solido sul Ponte è proprio quello che chiede la Commissione europea in cambio dei finanziamenti alle prime fasi di studi di fattibilità del progetto. A confermarlo, in conferenza stampa al termine del Consiglio Ue dei trasporti, è stata la commissaria europea ai Trasporti, Adina Vălean, chiarendo che l’idea di un collegamento sullo stretto di Messina “è già parte della rete transeuropea dei trasporti, la rete Ten-T, in quanto “collegamento essenziale”. Discussi con Salvini sono stati “i prossimi passi” e l’Ue dal canto suo è pronta a “finanziare la prima fase degli studi di fattibilità di fronte a un progetto solido” per collegare la Sicilia al resto della Penisola. “Quello di cui abbiamo bisogno adesso è di un progetto e poi di iniziare la fase di preparazione”, ha dichiarato la commissaria. Il sistema europeo delle reti di trasporti prevede in effetti un collegamento che va dalla Scandinavia alla Sicilia, il cosiddetto ‘Corridoio Scandinavo-Mediterraneo‘, ma è la prima volta che Bruxelles si dice pronta a finanziare parte degli studi di fattibilità del progetto.
Salvini rivendica che per la prima volta dopo anni, sui tavoli europei torna un’opera che per “l’Italia sarà fondamentale, non solo per collegare Sicilia e Calabria, ma anche per inquinare di meno aria (140.000 tonnellate di anidride carbonica emessa in meno) e mare”, ha detto precisando di aver riscontrato “attenzione e condivisione” tanto da parte della commissaria tanto dagli omologhi europei con cui ha tenuto incontri bilaterali.
Salvini ha ricordato che la grande infrastruttura non andrebbe a unire solo “Sicilia e Calabria ma unisce l’Italia al Nord Europa e quindi è priorità per il governo e per milioni di italiani”, oltre a essere “di estremo interesse per la Commissione europea e per molti colleghi di altri Paesi Ue che lo vedono come un completamento di un corridoio europeo fondamentale come quello che unisce il Mediterraneo e la Scandinavia”, ha detto Salvini in un punto stampa con i giornalisti a margine dei lavori del Consiglio trasporti, riferendo di “ore fruttuose” di colloqui con Vălean, e con gli omologhi europei. Rivendicando che “dopo cinquant’anni di parole, dopo tanti convegni e parecchi milioni spesi abbiamo tutta l’intenzione di procedere” sulla grande opera che colleghi la Sicilia al resto della Penisola. L’obiettivo, ha precisato il ministro, è quello “se tutto va come mi auguro, e come l’Italia si augura, entro due anni partire con i lavori“. Salvini ha aggiunto di ritenere fondamentale l’infrastruttura che può creare “lavoro vero ed è riconosciuta come una struttura fondamentale anche da parte europea”. Italia chiama e stavolta l’Ue è intenzionata a tendere una mano al progetto, dichiarandosi disponibile a finanziare la prima parte degli studi di fattibilità dell’infrastruttura, ponendo come condizione necessaria il fatto di avere un progetto realmente solido sul tavolo da parte dell’Italia.
Salvini ha tenuto incontri bilaterali con gli omologhi di Germania e Francia e nei prossimi giorni farà lo stesso con il ministro austriaco, visti i “problemi al confine con l’Austria, purtroppo oggi il collega austriaco era assente, ne parleremo a Roma a breve, perché la limitazione di merci e uomini è qualcosa di anti storico e anti europeo”, ha detto riferendosi ai blocchi al Brennero. L’intenzione del ministro è anche quella di portare avanti la discussione sul piano nazionale di ripresa e resilienza, il pnrr, adattandolo alle esigenze attuali. “L’aumento del costo delle materie prime e dell’energia non è un problema solo italiano, ma anche degli altri Paesi europei. Sui tempi e sui costi dovremmo ragionare e lavorare tutti insieme”, ha aggiunto.