Bruxelles – Un confronto solo interlocutorio, un negoziato sempre in salita. Gli ambasciatori dei 27 stati membri si riuniscono questa sera (2 dicembre) a Bruxelles in una sessione straordinaria del Coreper I (comitato dei rappresentanti permanenti) per portare avanti la difficile trattativa sul tetto al prezzo del gas. All’incontro di oggi non si attendono decisioni ma ci si aspetta di avvicinare le posizioni in vista del Consiglio straordinario dell’energia convocato per il 13 dicembre, il quinto sotto presidenza ceca al Consiglio Ue.
Il meccanismo di correzione del mercato proposto dalla Commissione europea lo scorso 22 novembre si attiverebbe a due condizioni (molto difficili da realizzare): quando la soglia di prezzo va oltre i 275 euro per 14 giorni consecutivi, nell’arco delle quali lo spread fra i mercati Ttf e Gnl deve superare i 58 euro per 10 giorni di scambi. Così come concepito dalla Commissione europea, il meccanismo è di difficile applicazione e su ammissione della Commissione stessa non si sarebbe attivato neanche durante i picchi di prezzo registrati in agosto, con picchi vicini ai 350 euro. Il tetto della Commissione europea non piace alla maggior parte dei governi, anche se per ragioni diverse: c’è chi come l’Italia, ritiene il tetto inapplicabile a queste condizioni e dunque inutile; ma anche chi, come la Germania e i Paesi Bassi, restano contrari alla misura.
Gli ambasciatori discuteranno per la prima volta oggi una prima bozza di compromesso (datata primo dicembre) presentata dalla presidenza ceca di turno all’Ue prevede di abbassare la soglia di attivazione del ‘cap’ a 264 euro per 5 giorni nell’arco dei quali lo spread fra i mercati Ttf e Gnl superi i 58 euro. Entrambi i criteri di attivazione, dunque, vengono rivisti dalla presidenza di Praga, senza però andare a toccare la componente statica del cap proposto dall’esecutivo comunitario. A quanto si apprende da fonti diplomatiche, nei giorni scorsi l’Italia si è fatta promotrice insieme al Belgio, Grecia, Polonia e Slovenia di un documento tecnico fatto circolare con proposte alternative, più “in linea con il mandato alla Commissione del Consiglio europeo” del 20-21 ottobre, in cui i capi di stato e governo hanno chiesto un meccanismo di correzione dei prezzi che fosse dinamico, esteso alle transazioni fuori borsa. I cinque Paesi in questione sono stati sostenuti anche da Lituania e Malta, e tutti e sette hanno presentato formalmente degli emendamenti congiunti alla proposta della Commissione, che saranno discussi oggi.
Alla vigilia della riunione del Coreper di oggi, anche la Spagna ha presentato un non-paper (documento informale) che ha come punto di partenza proprio il documento dei cinque, di cui si condivide gran parte degli elementi ma non “la composizione del cap dinamico”. L’iniziativa conferma che c’è un fronte di Paesi che sostiene la modifica della proposta della Commissione che sia “il più possibile in linea con il mandato del Consiglio europeo”, ovvero un corridoio dinamico di prezzo di carattere temporaneo per le transazioni di gas naturale allo scopo di limitare immediatamente episodi di prezzi eccessivi del gas. Secondo fonti diplomatiche, la riunione di “oggi non potrà che essere interlocutoria”, non si attendono decisioni ma i negoziati andranno avanti fino al Consiglio Ue straordinario dell’energia convocato per il 13 dicembre.