Roma – “La possibilità che ci si una breve contrazione e non una prolungata recessione dipende anche da noi, da quello che sapremo fare a livello europeo e a livello nazionale”. Paolo Gentiloni sferza il governo Meloni. Il commissario per l’Economia, invitato a parlare della strategia per la ripresa all‘evento di ItaliaDomani, parla. Parla in modo molto chiaro. Finora, scandisce, da quando è diventato operativo il meccanismo anti-pandemico NextGenerationEu con il suo recovery fund, “per questi piani la Commissione ha erogato risorse per 137 miliardi”. Di questi, “66 miliardi sono andati all’Italia”. Promemoria non casuale. “Dico semplicemente che la dimensione di questo piano in Italia è di particolare rilievo. Questa scommessa si gioca qui da noi“.
E’ la scommessa, non semplice, su cui l’attuale esecutivo dovrà dare prova di grande capacità. “Fin qui penso che il nostro Paese abbia dato dimostrazione di grande capacità di tener fede degli impegni, e dobbiamo dare atto al governo precedente di aver lavorato bene“. Ora la musica cambia, anche perché “all’inizio c’è la fase di impostazione”, forse più semplice, poi deve seguire quella dell’attuazione. “L’attuale governo sta lavorando altrettanto bene“, riconosce Gentiloni. Dà atto e credito alla nuova maggioranza, ricordando che “pur sapendo quanto sia importante la sfida, dobbiamo essere determinati e decisi nel raggiungere i nostri obiettivi, consapevoli che col tempo la sfida diventa più difficile”.
Gentiloni ricorda la non semplice situazione e la posta in gioco. “Ci troviamo in una congiuntura economica difficile, influenzata dall’invasione russa dell’ucraina e le sue conseguenze”, prima fra tutte quella dello shock energetico. “L’inflazione e il prezzo dell’energia resta a livelli insopportabili per le nostre famiglie e la nostra economia”. Questo quadro “non significa che siamo destinati ad una prolungata fase di recessione, ma certamente avremo una contrazione delle nostre economia nell’ultimo trimestre di quest’anno e primo trimestre del prossimo“.
In questo contesto così incerto e deteriorato, “le sfide che abbiamo di fronte, della transizione, della sostenibilità del debito, delle diseguaglianza, ha nella crescita la risposta”. Con l’Italia che, denuncia il commissario per l’Economia, “ha un ritardo ventennale di crescita”, il piano per la ripresa è un strumento molto importante. E’ l’occasione da non perdere. Ecco perché, se si vuole farne una storia di successo, “il Pnrr dobbiamo interpretarlo come una missione nazionale”. Non c’è altro modo. “Se il governo non ha questa interpretazione, non c’è niente da fare. Ma abbiamo bisogno anche del protagonismo degli enti locali e del mondo delle imprese”. Il sistema Paese deve fare sistema. Per il Paese.