Roma – Un italiano residente in Belgio può votare per i candidati italiani alle elezioni europee, nel rispetto delle regole previste dalla legge elettorale italiana. Ma può anche votare per i candidati belgi, nel rispetto delle regole belga, diverse. Diritti e possibilità troppo spesso non rese note, né dal consolato del proprio Paese né dal comune di residenza estera. Un fenomeno che in Parlamento europeo si vuole contrastare, in Italia come in Belgio e come negli altri Stati dell’Unione. Per questo la commissione Affari costituzionali ha approvato un testo che intende agevolare, nella pratica, le condizioni dei circa 11 milioni di cittadini Ue fuori dal propri Paese.
In vista delle elezioni del 2024 si vuole agire, sin da subito, a rimuovere tutti quegli ostacoli ancora esistenti e che potrebbero essere rimossi senza troppi scossoni per gli ordinamenti nazionali. La relazione approvata dall’organismo parlamentare (18 sì, 4 no, 0 astenuti) chiede di abilitare la registrazione nelle liste elettorali non appena l’elettore si registra per la residenza, informare i cittadini in mobilità in una lingua ufficiale dell’Ue a loro comprensibile dei loro diritti e delle scadenze imminenti, garantire gli stessi standard per la presentazione delle candidature per i cittadini Ue nazionali e mobili. Lo stesso testo esorta a facilitare l’esercizio del diritto di voto da parte di gruppi vulnerabili ed emarginati, comprese le persone con disabilità, gli anziani, i senzatetto e le persone in carcere che godono del diritto di voto.
Tutte cose che si possono fare subito, secondo gli europarlamentari. Il voto d’Aula è previsto non a caso immediatamente, per la sessione plenaria di questo mese (12-15 dicembre), per poi trasmettere l’incartamento al Consiglio che dovrà pronunciarsi all’unanimità.
Le regole di voto investono una competenza esclusiva degli Stati membri, a cui non si chiede di procedere a riforme di legge elettorali. Non subito, almeno. A governi e parlamenti nazionali si domanda di “considerare l’introduzione” di voto per corrispondenza, possibilità di voto fisico anticipato, del voto per delega, seggi elettorali mobili. Questo permetterebbe di districarsi dai 27 diversi sistemi elettorali previsti per il rinnovo del Parlamento europeo, uno dei motivi che ha già spinto lo stesso Parlamento europeo a chiedere la creazione di un collegio elettorale europeo. Il ripensamento del sistema di voto che passa anche per l’obbligo, per tutti gli Stati membri, di prevedere il voto per corrispondenza per tutti i cittadini Ue residenti in Paesi terzi.
“Rendiamo le nostre elezioni più accessibili”, la parola d’ordine della commissione Affari costituzionali, come sintetizzato dai Damian Boeselage (Verdi), relatore del testo approvato in commissione. Per fare questo occorre “garantire che le informazioni siano disponibili nel maggior numero possibile di lingue dell’Unione e che la società civile abbia un ruolo importante da svolgere nella sensibilizzazione“.
L’iniziativa che arriva dall’organismo parlamentare è solo l’ultima di una lunga serie, e volta ad aumentare il livello di partecipazione popolare per l’unica, a oggi, istituzione Ue direttamente eletta da tutti gli aventi diritto negli Stati membri. Perché il dato dell’affluenza alle urne, quando c’è da rinnovare il Parlamento europeo, vede da sempre nell’astensionismo il primo partito. In tal senso la campagna “stavolta voto” lanciata per le ultime elezioni del 2019, ha prodotto un risultato storico permettendo di avere un’affluenza al 50 per cento, il dato più alto dal 1994. “Una bellezza dell’Ue risiede nella libertà di muoversi e vivere ovunque nell’Unione”, continua Boeselage. Che denuncia: “Spesso, alle persone che si spostano viene impedito di esercitare il proprio diritto a partecipare alle elezioni europee“. I parlamentari europei cercano di correre ai ripari.
Il fine di tutto questo è “rendere le elezioni europee più accessibili, più competitive e più europee”. Come richiesto, peraltro, dagli stessi cittadini in occasione della conferenza sul futuro dell’Europa. Qui uomini e donne dell’Ue hanno chiesto di avere più voce in capitolo, e questo passa da una migliore e maggiore partecipazione.