Bruxelles – Come finanziare la doppia transizione, digitale e ecologica, senza che i costi siano eccessivamente a carico dei cittadini: questa la domanda a cui hanno cercato di rispondere gli ospiti del panel intitolato “Finanziare la transizione verde e digitale: più accesso al credito per le imprese in un ambiente più sicuro per gli investitori”, all’interno della nona edizione di ‘How we can Govern Europe?’, l’evento annuale sulle politiche comunitarie organizzato a Roma dalla redazione di Eunews.
Il seminario, mediato dal direttore di Milano Finanza, Roberto Sommella, si è aperto con l’intervento di Marcel Haag, direttore Horizontal Policies di DG Fisma della Commissione Europea: “Una cosa è chiara, i mercati e i capitali possono dare un contributo al progresso della transizione ecologica e digitale, per un’Europa più inclusiva e resiliente”. La Commissione europea ha presentato nel 2020 il Piano d’azione per il mercato europeo dei capitali, nel quale sta lavorando su tre aree chiave: incoraggiare le imprese alla trasparenza e permettere l’accesso ai dati commerciali, rimuovere le “barriere strutturali all’accesso ai mercati dei capitali” in tutti i Paesi Ue, includere gli investitori nel mondo dei retailer.
Dall’organo esecutivo a quello legislativo, la palla è passata all’eurodeputato di Azione-Italia Viva, Giuseppe Ferrandino, che a Bruxelles fa parte della commissione parlamentare per i problemi economici e monetari. “Combinando le transizioni verde e digitale si possono ottenere tanti vantaggi, perché le tecnologie digitali possono rendere più sostenibili i settori maggiormente impattanti, come l’energia, i trasporti, l’edilizia, l’industria e l’agricoltura”, ha dichiarato Ferrandino. Il bilancio Ue per il 2021-2027, sommato ai fondi del Next GenerationEU, supera i 2 mila miliardi, di cui almeno il 30 per cento destinati alla lotta al cambiamento climatico: “L’auspicio è che gli investimenti in tecnologie digitali svolgano un ruolo chiave nel raggiungimento della neutralità climatica”, ha spiegato Ferrandino.
Perché questo sia possibile, è necessario che si incontrino i progetti delle imprese e i capitali finanziari: per Luca D’Agnese, direttore policy, valutazione e advisory di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), in Italia “mancano spesso progettualità che riescano a attrarre capitali”. L’esempio lampante è il settore delle rinnovabili, su cui le imprese del nostro Paese avrebbero potuto investire di più negli ultimi anni, perché è un settore “già fortemente competitivo”. Cassa Depositi e Prestiti, che finanzia investimenti sia nel pubblico che nel privato, ha volto lo sguardo sul tema delle infrastrutture, “fondamentale per la transizione verde, ma anche in quello della transizione digitale”. Infrastrutture che, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono presenti in gran numero, con progetti che potrebbero dare il proprio contributo al doppio obiettivo che l’Europa si è posta, la transizione ecologica e quella digitale.