Bruxelles – Energia verde e sostenibile, l’Unione europea è ancora indietro. La bilancia commerciale tra import ed export nel settore è negativa, e dimostra i ritardi del club a dodici stelle in un settore in cui intende diventare leader e costruire le proprie sicurezza e indipendenza. Per l’Ue queste passano per le fonti alternative a quelle tradizionali, eppure i conti ancora non tornano. Nel 2021 l’Ue nel suo insieme ha speso 15,2 miliardi di euro per le importazioni di prodotti energetici verdi (tra cui turbine eoliche, pannelli solari e biocarburanti liquidi) da Paesi al di fuori dell’Unione europea. Allo stesso tempo l’Ue ha esportato prodotti energetici verdi per un valore superiore alla metà (6,5 miliardi di euro) verso Paesi terzi. I dati Eurostat rilevano dunque un deficit commerciale da 8,7 miliardi di euro, che grava sull’economia dei Ventisette. Le cifre mostrano quanto ancora l’Unione sia dipendente dall’estero, e dunque la strada da fare per fermare la dipendenza straniera.
Più nello specifico, lo scorso anno l’Ue ha importato da Paesi terzi pannelli solari per un valore di 11,2 miliardi di euro, biocarburanti liquidi per un valore di 3,4 miliardi di euro e turbine eoliche per un valore di 0,6 miliardi di euro. Un valore, quello della domanda delle prime due categorie di prodotti, “molto superiore” a quello dell’offerta degli analoghi prodotti ‘made in Eu’, considerando che l’export comunitario ammontavano, rispettivamente, a 2 miliardi di euro per i pannelli solari e 1,3 miliardi di euro per biocarburanti. A proposito di biorcarburanti, Eurostat sottolinea lo sviluppo della filiera europea facendo un raffronto che permette di vedere l’evoluzione dell’industria del settore. Le esportazioni di biocarburanti liquidi ammontavano a “soli” 0,5 miliardi di euro nel 2012, per poi crescere e arrivare a un business da 1,7 miliardi di euro nel 2019. Un dato che deve fare però i conti con una contrazione della produzione. “Negli ultimi due anni queste esportazioni sono diminuite, scendendo a 1,3 miliardi di euro nel 2021”.
Ma le notizie contenute nei dati non sono tutte cattive. Perché il saldo commerciale a dodici stelle è positivo sul fronte degli aerogeneratori, vale a dire le turbine eoliche. Qui, rileva l’Istituto di statistica europeo, il valore delle esportazioni è stato “di gran lunga superiore” al valore delle importazioni (3,3 miliardi di euro contro 0,6 miliardi di euro). Un surplus commerciale di circa 2,7 miliardi di euro che dimostra come l’industria europea dell’eolico sia, al contrario degli altri comparti ‘green’, più sviluppata e competitiva. Al netto di numeri e dati, la situazione in estrema sintesi è quella che offre Eurostat. “Mentre negli ultimi tre anni si è assistito a un aumento delle esportazioni di turbine eoliche e pannelli solari, si è registrata una diminuzione dell’esportazione di biocarburanti liquidi”. Qualcosa si muove, ma l’Ue ha ancora molto da fare per ridurre la sua dipendenza energetica verde.
Di questo e di tanti altri temi di attualità nelle politiche europee si discuterà nel nono appuntamento annuale di Eunews “How Can We Govern Europe?”, in programma a Roma il 29 e 30 novembre negli spazi delle rappresentanze di Commissione e Parlamento europei, in piazza Venezia.