Bruxelles – Avanti con il Pos, il dispositivo per il pagamento con carta. Paolo Gentiloni rilancia con forza le modalità di fare acquisti con le nuove soluzioni tecnologiche, che consentono la tracciabilità del contante e, soprattutto, la lotta all’evasione fiscale. Il commissario per l’Economia e la fiscalità non ha dubbi che la via da seguire sia quella offerta dalle nuove tecnologie. Interviene al simposio sul fisco dell’Ue per ricordare che solo nel 2020 e soltanto limitatamente all’Iva, “gli Stati membri hanno perso 93 miliardi di euro di gettito”. Si tratta di “perdite che non possiamo permetterci, in un momento in cui il fabbisogno di investimenti continua a crescere e le finanze pubbliche sono limitate da livelli di indebitamento elevati”. Allora, incalza, “un migliore utilizzo delle tecnologie è molto promettente in questo campo”.
Il pagamento elettronico è la risposta che fa al caso degli Erari nazionali. “La nostra analisi – continua Gentiloni – suggerisce che l’introduzione di sistemi di segnalazione elettronica consentirà agli Stati membri di recuperare 11 miliardi di euro in più ogni anno nei prossimi dieci anni di gettito Iva attualmente non riscosso”. Per questo, anticipa, “il mese prossimo presenteremo una proposta al riguardo”.
Parole e annunci che suonano da avvertimento in particolare per il governo Meloni, che ha preso decisioni che vanno in senso opposto. La manovra varata dal governo Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia impone la possibilità di rifiutare pagamenti elettronici sotto i 60 euro, misura su cui adesso la Commissione europea dovrà esprimersi, insieme all’intera bozza di legge di bilancio che l’Italia ha fatto pervenire all’esecutivo comunitario.
C’è anche un altro motivo per cui Gentiloni insiste sui pagamenti elettronici. Quando si parla di fisco e imposizione fiscale, all’orizzonte margini per nuovi, ulteriori, interventi non si intravedono. “ Quando riflettiamo sul futuro della politica fiscale nell’Ue – ricorda il commissario italiano – dobbiamo tenere presente una verità ineludibile: l’Europa è già la regione con la tassazione più alta del mondo”. Allo stato attuale, spiega, il rapporto tasse/Prodotto interno lordo nell’Ue è di circa il 40 per cento rispetto a una media del 33 per cento nell’OCSE. “Pertanto, le possibilità di aumentare ulteriormente le entrate fiscali in futuro potrebbero essere limitate”. La parola d’ordine dunque è e resta ‘lotta all’evasione‘, che soluzioni tecnologiche di pagamento possono garantire.
Di questo e di tanti altri temi di attualità nelle politiche europee si discuterà nel nono appuntamento annuale di Eunews “How Can We Govern Europe?”, in programma a Roma il 29 e 30 novembre negli spazi delle rappresentanze di Commissione e Parlamento europei, in piazza Venezia.