Bruxelles – Il nuovo Twitter di Elon Musk è sotto la lente della Commissione Europea. Preoccupa il modello di business che introduce la famosa ‘spunta blu’ a pagamento, le possibili violazioni delle leggi comunitarie, ma ora anche le politiche occupazionali in Europa, da quando l’azienda ha notificato ai dipendenti la chiusura “temporanea” della sua sede a Bruxelles.
“Sono preoccupata per la notizia del licenziamento di gran parte del personale di Twitter in Europa”, ha commentato la vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, in un duro tweet sulla controversa chiusura “temporanea” dell’ufficio europeo: “Se si vuole individuare e agire efficacemente contro la disinformazione e la propaganda, occorrono risorse, soprattutto nel contesto della guerra russa di disinformazione”. Tutto era iniziato lo scorso 18 novembre, quando le mail ricevute dai dipendenti Twitter a Bruxelles sulla “chiusura temporanea” dell’ufficio “con effetto immediato” erano state pubblicate dalla BBC. Senza fornire motivazioni – e indicando la data del 21 novembre per la riapertura, non avvenuta – l’azienda ha dato seguito alla politica di scioglimento della sede europea di Twitter, dopo aver incluso molti dirigenti nel taglio di dipendenti in tutti gli uffici internazionali (che dovrebbe includere fino alla metà degli attuali 7.500) all’inizio di novembre con l’acquisizione da parte di Elon Musk.
Come riporta il Financial Times, anche i due responsabili dell’implementazione del Codice di condotta sulla disinformazione dell’Ue e della nuova legge sui servizi digitali (Digital Services Act) della piattaforma hanno lasciato Twitter, in contrasto con la nuova politica aziendale sul fronte operativo sulla verifica dell’identità degli utenti e la lotta contro la disinformazione. A questo proposito giovedì scorso (24 novembre) la Commissione Ue ha pubblicato i dati che dimostrano che le rimozioni di discorsi d’odio da parte di Twitter sono diminuite di circa il 5 per cento rispetto all’anno precedente. La chiusura della sede a Bruxelles solleva preoccupazioni proprio sulla capacità di garantire la conformità alle leggi Ue progettate per sorvegliare i contenuti online, considerata la mancanza di personale a contatto con le istituzioni comunitarie.
https://twitter.com/VeraJourova/status/1595844046152425473?s=20&t=-4omlxU4uGe-6GBvrSPwmQ
Twitter tra legislazione Ue e spunte blu
A proposito di rispetto della legislazione comunitaria, la vicepresidente della Commissione Ue per il Digitale e commissaria per la Concorrenza, Margrethe Vestager, ha messo in chiaro che il gabinetto von der Leyen sta sorvegliando il comportamento della nuova dirigenza per assicurare il rispetto del Digital Services Act (Dsa): “C’è un regolamento europeo e bisogna rispettarlo, altrimenti si incorre in sanzioni“. La nuova legge sui servizi digitali prevede multe fino al 6 per cento del fatturato globale delle aziende che violano le norme disegnate per rendere responsabili le piattaforme della diffusione di contenuti illegali e d’odio attraverso i social media. Nel 2021 il fatturato di Twitter è stato di circa 5 miliardi di dollari: la massima sanzione possibile si attesterebbe perciò attorno ai 300 milioni di dollari.
L’avvertimento non è nuovo, ed era arrivato dal commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, sia a fine aprile, quando si era parlato per la prima volta dell’accordo per l’acquisizione dell’azienda da parte di Elon Musk, sia più recentemente, in risposta al The bird is freed twittato dal magnate sudafricano naturalizzato statunitense: “In Europa, l’uccellino [di Twitter, ndr] volerà secondo le nostre regole”, aveva risposto Breton. Il Digital Services Act prevede anche valutazioni indipendenti (e annuali) dei rischi sistemici di disinformazione, contenuti ingannevoli, violazione dei diritti fondamentali dei cittadini e violenza di genere e minorile: “Abbiamo la responsabilità di far rispettare questa legislazione, questo è ciò che abbiamo promesso”, ha ribadito la vicepresidente della Commissione Vestager.
Da Bruxelles è sotto sorveglianza anche il sevizio di abbonamento ‘Twitter Blue’, la famosa “spunta blu” per la verifica degli account che diventerà a pagamento (8 dollari al mese) da domani (martedì 29 novembre), dopo il lancio fallito a inizio mese. “Penso che potersi fidare della persona con cui si ha a che fare sia assolutamente essenziale in questi anni di disinformazione”, ha commentato al Business Forum la vicepresidente Vestager: “Sarò molto interessata a vedere come Twitter, nelle mani di Musk, se la caverà in Europa”. Tuttavia, “se Twitter avrà degli account falsi, penso che il suo modello di business sia fondamentalmente difettoso“, è la preoccupazione della responsabile dei dossier digitali della Commissione: “Se bisogna pagare per essere controllati e certificati, ma chiunque può essere te, penso che questo modello di business sia completamente sbagliato”.