Bruxelles – Un sistema di supercalcolo incentrato sulla sostenibilità ambientale e dotato di strumenti che consentono una regolazione dinamica del consumo energetico, cruciale per garantire l’equilibrio ottimale tra risparmio energetico e prestazioni computazionali. Questo è il supercomputer Leonardo inaugurato dall’impresa comune europea per il calcolo ad alte prestazioni (EuroHpc) al Tecnopolo di Bologna, che da oggi (giovedì 24 novembre) spingerà i sistemi di calcolo dell’Unione su standard sempre più alti sul piano della sostenibilità ambientale, anche grazie all’utilizzo di un sistema di raffreddamento ad acqua per una maggiore efficienza energetica.
Con un sistema di elaborazione in grado di supportare 250 petaflop di potenza, Leonardo è il quarto supercomputer più potente al mondo: significa 250 milioni di miliardi di calcoli al secondo o, in altre parole, come se tutti i cittadini dell’Ue facessero un’operazione di calcolo ogni secondo, 24 ore su 24, per quasi 20 anni ininterrottamente. Leonardo però fa tutto questo in un secondo. Per metterlo in funzione è stato necessario un investimento congiunto di 120 milioni di euro, metà dei quali provenienti dalla Commissione Ue e l’altra metà dal ministero italiano dell’Università e della Ricerca e dal consorzio Cineca (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico del Nord Est, composto da 70 università italiane, 40 istituzioni nazionali, e da Austria, Grecia, Ungheria, Slovacchia e Slovenia).
Alla cerimonia d’inaugurazione a Bologna hanno preso parte il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, il direttore generale di Dg Cnect (reti di comunicazione, contenuti e tecnologia) della Commissione Ue, Roberto Viola, e il direttore esecutivo di EuroHpc, Anders Dam Jensen. “Oltre a essere una macchina incredibilmente potente e un ulteriore passo avanti verso l’exascale, la sua architettura la rende anche una macchina che sarà particolarmente utilizzabile da un gran numero di utenti e uno strumento importante per la ricerca e l’industria europea”, ha testimoniato Jensen.
I supercomputer nell’Ue
Leonardo è il secondo dei supercomputer europei pre-exascale a essere messo in funzione – dopo l’inaugurazione a giugno di Lumi a Kajaani (Finlandia) – e combina componenti di calcolo ad alte prestazioni e l’uso dell’intelligenza artificiale per eseguire compiti altamente complessi. In questo modo, “permetterà di effettuare ricerche senza precedenti” sul cancro e sulla scoperta di farmaci, comprendere il funzionamento del cervello umano, scoprire tecnologie energetiche pulite, elaborare modelli climatici più precisi e contribuire alla previsione e al monitoraggio di disastri naturali e pandemie. “Con quasi 250 milioni di miliardi di calcoli al secondo, consentirà di effettuare scoperte scientifiche in settori di cui abbiamo più bisogno, come il cambiamento climatico”, ha commentato con soddisfazione la vicepresidente della Commissione Ue per il Digitale, Margrethe Vestager.
La potenza di calcolo di Leonardo andrà ad aggiungersi al parco degli otto supercomputer europei: i già attivi Discoverer (Bulgaria), Lumi (Finlandia) MeluXina (Lussemburgo), Vega (Slovenia, il primo inaugurato sul suolo europeo nel 2021) e Karolina (Repubblica Ceca) e i due in fase di realizzazione, Deucalion (Portogallo) e MareNostrum 5 (Spagna). A giugno l’impresa comune EuroHpc ha annunciato i siti per i nuovi sistemi europei di supercalcolo: Daedalus (Grecia), Caspir (Irlanda), Ehpcpl (Polonia) e Levente (Ungheria) e soprattutto il primo supercomputer europeo exascale Jupiter (Germania), mentre prossimamente Francia, Italia, Germania, Polonia, Repubblica Ceca e Spagna ospiteranno nuovi computer quantistici, che saranno integrati con i sistemi di supercalcolo già esistenti.