Bruxelles – Il sito del Parlamento Europeo è stato messo fuori uso a causa di un attacco hacker, rivendicato su Telegram dal collettivo russo Killnet. All’incirca dalle ore 14, pochi minuti dopo l’approvazione all’emiciclo di Strasburgo della risoluzione che condanna la Russia come Stato sponsor del terrorismo per le “atrocità intenzionali” commesse contro il popolo ucraino, il sito Internet del Parlamento Ue ha cominciato a dare segnali di cedimento.
Dopo le prime voci di corridoio, il portavoce del Parlamento Ue, Jaume Duch, ha confermato su Twitter la natura aggressiva dei problemi tecnici sul sito: “L’accessibilità del sito del Parlamento europeo è attualmente compromessa dall’esterno a causa di elevati livelli di traffico di rete esterno”. La precisazione è che “questo traffico è legato a un attacco Ddos (Distributed Denial of Service)”, ovvero un attacco hacker.
The @Europarl_EN is under a sophisticated cyberattack. A pro-Kremlin group has claimed responsibility.
Our IT experts are pushing back against it & protecting our systems.
This, after we proclaimed Russia as a State-sponsor of terrorism.
My response: #SlavaUkraini
— Roberta Metsola (@EP_President) November 23, 2022
La matrice russa dell’attacco è stata rivendicata dal collettivo di hacker Killnet, noto proprio per aver compiuto attacchi Ddos a diverse istituzioni governative. Sul proprio canale Telegram il collettivo ha schernito il Parlamento Ue “sponsor dell’omosessualità“, esplicitando così il collegamento tra l’approvazione a larghissima maggioranza della risoluzione sulla Russia “sponsor del terrorismo” e il conseguente collasso del portale Internet dell’Assemblea comunitaria.
Nesso ricostruito anche dalla presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, che ha twittato: “Il Parlamento Europeo è oggetto di un sofisticato attacco informatico, un gruppo filo-Cremlino ne ha rivendicato la responsabilità“. La leader dell’istituzione comunitaria ha sottolineato che “i nostri esperti informatici stanno reagendo e proteggendo i nostri sistemi. Questo, dopo che abbiamo proclamato la Russia come Stato sponsor del terrorismo”. Metsola ha concluso il tweet con lo slogan “Slava Ucraina (Gloria all’Ucraina)”, ribadendo ancora una volta il supporto al Paese invaso dal Cremlino e la volontà europea di non farsi piegare dalle minacce russe.