Bruxelles – A partire dalla proposta della Commissione di inizio 2022, dopo nove mesi le istituzioni comunitarie hanno trovato una quadra sui principi, valori e diritti digitali dei cittadini europei. I co-legislatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue hanno concluso i negoziati nella serata di ieri (lunedì 14 novembre), adottando una dichiarazione inter-istituzionale che guiderà la transizione digitale nell’Unione (anche se al momento i dettagli dell’accordo non sono ancora pubblici).
L’obiettivo della dichiarazione è quello di promuovere i valori e i diritti digitali per tutti i cittadini dell’Unione Europea nell’ambito della trasformazione digitale, mettendo al centro le persone e facendo sì che la tecnologia digitale vada a beneficio di tutti gli individui e le imprese. Sulla scia di quanto presentato nella proposta dell’esecutivo Ue, la trasformazione digitale della società e dell’economia comprende il rispetto dei diritti fondamentali, lo Stato di diritto e la democrazia, l’inclusione, l’accessibilità, l’uguaglianza e la sostenibilità. Il testo sottolinea anche l’importanza della libertà di scelta nelle interazioni con gli algoritmi e i sistemi di intelligenza artificiale e di un ambiente digitale equo, appellandosi all’aumento della sicurezza nell’ambiente digitale, in particolare per i giovani.
Proprio per monitorare gli effetti concreti della dichiarazione e degli obiettivi fissati dalla Bussola Digitale 2030, a settembre dello scorso anno la Commissione ha proposto un meccanismo di cooperazione annuale con gli Stati membri nei settori delle competenze, delle infrastrutture e della digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici. A preoccupare è il basso livello di conoscenza dei rischi e dei diritti digitali da parte dei cittadini dell’Unione: due su cinque non sono consapevoli che libertà di espressione, privacy e non-discriminazione sono valori che devono essere rispettati anche su Internet.
“Questa dichiarazione definisce un percorso europeo per la trasformazione digitale delle nostre società ed economie”, ha sottolineato il vice-premier ceco per la Digitalizzazione e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Ivan Bartoš: “È essenziale promuovere e proteggere i nostri valori nell’ambiente digitale, che si tratti di privacy, controllo individuale sui dati, parità di accesso ai servizi e all’istruzione, condizioni di lavoro giuste ed eque, impegno nello spazio pubblico o libertà di scelta”. La speranza di Bruxelles è che “la dichiarazione costituisca un punto di riferimento internazionale” sui diritti digitali e “ispiri altri Paesi e organizzazioni a seguire il nostro esempio”. L’intesa tra i co-legislatori dovrà essere ora sottoposta al vaglio sia dei Ventisette sia del Parlamento Europeo, per il via libera definitivo che chiuderà l’iter.
“La trasformazione digitale consiste nel garantire che le tecnologie siano sicure, che funzionino nel nostro interesse e rispettino i nostri diritti e valori“, ha ricordato la vicepresidente della Commissione Ue per il Digitale, Margrethe Vestager, congratulandosi per l’intesa raggiunta: “I principi della dichiarazione dei diritti digitali continueranno a essere sostenuti dalla legislazione dell’Ue”. Le ha fatto eco il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton: “La dichiarazione sui diritti digitali garantirà che l’Europa sia il continente a cui guardare per avere una guida nella trasformazione digitale“, dal momento in cui “sancisce valori per i quali stiamo già lavorando, come la connettività di alto livello, l’accesso ai servizi pubblici e un mondo digitale sicuro”.