Bruxelles – Dopo 31 anni dalla nascita della Repubblica di Slovenia, Lubiana ha eletto la sua prima presidente donna. Nataša Pirc Musar, candidata indipendente sostenuta dalla coalizione di sinistra verde e liberale attualmente al governo, ha sconfitto al ballottaggio l’ex-ministro degli Esteri del gabinetto Janša, Anže Logar, diventando la quinta presidente del Paese membro Ue. Entrerà in carica il prossimo 22 dicembre, succedendo all’ex-leader dei Socialdemocratici, Borut Pahor.
Avvocata, ex-commissaria nazionale per la protezione dei dati (tra il 2005 e il 2014) ed ex-presidente della Croce Rossa slovena (nel biennio 2015-2016), Pirc Musar ha vinto con il 54 per cento dei voti al ballottaggio le presidenziali di ieri (domenica 13 novembre), dopo che al primo turno del 23 ottobre nessun candidato era riuscito a raggiungere la maggioranza assoluta. La vittoria della prima presidente della Slovenia rafforza politicamente il blocco di sinistra verde e liberale, che alle elezioni parlamentari di fine aprile aveva già portato al governo il leader del Movimento Libertà, Robert Golob. “Il mio primo compito sarà quello di aprire un dialogo tra tutti gli sloveni”, è stata la prima dichiarazione della nuova leader slovena.
Il rispetto dei diritti umani ha occupato la maggior parte della campagna elettorale di Pirc Musar, che ha insistito sul fatto che, come presidente della Slovenia, si farà sentire “quando i discorsi d’odio prevalgono sui discorsi rispettosi, quando la Costituzione e la legge sono violate, quando lo Stato sociale sta crollando e la democrazia ha le ali tarpate”. Sul piano della politica estera, l’avvocata 54enne è una fervente sostenitrice dell’ingresso dei sei Paesi dei Balcani Occidentali (Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia) nell’Unione Europea e punterà a rafforzare la strategia del predecessore Pahor di rendere la Slovenia un punto di riferimento regionale per il dialogo tra Bruxelles e i Sei balcanici. Centrali anche i temi del cambiamento climatico, dello sviluppo sostenibile, delle questioni abitative e delle opportunità lavorative per i giovani.
Nel corso della campagna elettorale Pirc Musar ha ricevuto il supporto degli ex-presidenti Milan Kučan e Danilo Türk, ma anche del premier Golob e dell’attuale ministra degli Esteri e leader dei Socialdemocratici (ed ex-eurodeputata S&D), Tanja Fajon. Ad aumentare le chance della candidata indipendente di essere eletta alla guida della Slovenia è stata la sfida diretta con Logar, considerato longa manus dell’ex-premier conservatore, Janez Janša. Le politiche divisive sul fronte della migrazione, della lotta al Covid-19 e soprattutto della riduzione dello spazio della libertà di espressione e di manifestazione sono state rigettate già alle parlamentari di questa primavera, con un’ulteriore conferma alle presidenziali di ieri.
Anche da Bruxelles sono arrivate le congratulazioni da parte dei leader delle istituzioni comunitarie. La numero uno della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha sottolineato che “come prima donna a essere eletta presidente della Slovenia, ha aperto la strada alle generazioni future” e ha rimarcato la condivisione dell’obiettivo di un’Unione “sempre più forte, democratica e resistente”. Il leader del Consiglio Ue, Charles Michel, ha insistito anche sul fatto che l’Ue “potrà contare sulla sua esperienza e dedicazione”, attendendola “presto a Bruxelles”. Michel ha voluto anche ringraziare il predecessore Pahor per “l’eccellente cooperazione”.
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