Bruxelles – Un’ampia riforma del mercato elettrico dell’Ue per affrontare in maniera strutturale l’aumento dei prezzi dell’energia. Per la proposta legislativa vera e propria bisognerà attendere il primo trimestre del 2023 (verosimilmente, “febbraio o marzo”) ma i lavori sono in corso già da mesi e la Commissione Ue punta ad arrivare a metà dicembre con un “documento di consultazione” da porre all’attenzione di stakeholder, Eurocamera e Stati membri che potranno esprimersi sul futuro mercato elettrico per arrivare alla proposta legislativa vera e propria.
A dettare l’agenda delle prossime settimane è stata oggi (14 novembre) Mechthild Worsdorfer, vicedirettrice generale della DG ENER della Commissione europea, in una audizione in commissione Industria ed energia (Itre) dell’Europarlamento proprio a tema di riforma del mercato. La scadenza di “metà dicembre” è fissata perché il 15 e 16 del mese è in programma l’ultimo Consiglio europeo dell’anno, in cui alla Commissione europea sarà richiesto di fare “un punto” sullo stato dell’arte di questa iniziativa. Dell’iniziativa si parla ormai da tempo a Bruxelles, di un intervento “massiccio” che è stato richiesto a più riprese da molti Stati membri dell’Ue – dall’Italia alla Grecia, passando per la Spagna e il Portogallo – per contrastare il rincaro dei prezzi dell’energia trainati anche dalla guerra di Russia in Ucraina.
In un primo tempo scettica sull’argomento, è dalla scorsa primavera che Bruxelles ha pienamente “abbracciato” l’idea di una riforma del mercato che non sia solo una risposta alle necessità immediate, ma una soluzione a lungo termine per ottimizzarne il funzionamento. Dalle parole della funzionaria è emerso a grandi linee quali saranno le priorità di cui la Commissione terrà conto nell’avanzare la proposta, confermando anche che sarà incluso il disaccoppiamento dei prezzi del gas e dell’elettricità per evitare il cosiddetto ‘effetto contagio’. Priorità dunque sarà disaccoppiare il “più possibile le bollette dei consumatori dal costo delle tecnologie inframarginali (come le rinnovabili e il nucleare, che costano di meno), dei prezzi dell’energia elettrica prodotta dal gas da quella prodotta da altre fonti di energia, per evitare l’effetto contagio dei costi. Questo per evitare che siano i “consumatori a pagare i prezzi elevati dell’energia”.
La seconda priorità è quella di “ridurre la volatilità dei prezzi, migliorare la liquidità del mercato e garantire incentivi agli investimenti per la generazione di capacità”, ha spiegato la funzionaria della Commissione. In terzo luogo, sarà necessario garantire “gli scambi commerciali (di energia) tra gli Stati membri”, per cui Bruxelles continua a guardare alle interconnessioni “ma dobbiamo anche assicurare che la nuova riforma sia integrata nel mercato interno”. In ultimo, c’è la necessità di introdurre “sistemi di regolamentazione per portare tutti i benefici della transizione energetica nel settore dell’elettricità'”, ha concluso.
Per Bruxelles una riforma del mercato elettrico è necessaria perché va adattato alle condizioni di oggi, essendo “disegnato” sulle esigenze di 20 anni fa, quando le energie rinnovabili avevano un costo molto più elevato rispetto a oggi e rispetto al gas. Oggi il mercato è completamente diverso, sono le rinnovabili ad essere più convenienti a livello di prezzi, con il gas più costoso che però finisce per definire l’intero prezzo (dell’energia) sul mercato. Il disaccoppiamento dei prezzi dovrebbe intervenire proprio su questo. Gli Stati membri hanno mantenuto a lungo posizioni diverse sulla revisione del mercato elettrico in una situazione di estrema volatilità dei prezzi. Se sono diverse le delegazioni a essersi convinte della necessità di un intervento sul mercato, nei fatti si trovano su posizioni molto diverse tra di loro su come realizzarlo. Più restii all’idea su un intervento massiccio sul mercato (come anche sul tetto al prezzo del gas, il ‘price cap’) la Germania e i Paesi Bassi, contrari in generale a un intervento sul mercato.
Il documento con le prime ‘idee’ di riforma che contribuirà al confronto tra i capi di stato e governo prenderà le mosse da una consultazione con gli operatori del mercato dell’energia avviata a partire da metà giugno per portare avanti il processo di valutazione d’impatto “su come resistere alla futura eccessiva volatilità dei prezzi, fornire elettricità a prezzi accessibili nell’ambito di un futuro sistema energetico completamente decarbonizzato, preservando al contempo l’integrità del mercato unico, mantenendo gli incentivi per la transizione verde, preservando la sicurezza dell’approvvigionamento ed evitando costi di bilancio sproporzionati”, come si legge nel documento che la Commissione ha presentato alle delegazioni.