Bruxelles – I 230 passeggeri della Ocean Viking sono attesi nella mattinata di domani (11 novembre) al porto francese di Tolone. Dopo la scelta del governo Meloni di voltare le spalle alle richieste d’assistenza della nave dell’Ong Sos Méditerranée, sulla quale la situazione è ormai critica dopo venti giorni di navigazione, il presidente Emmanuel Macron ha finalmente deciso di rompere gli indugi e accogliere sul territorio francese i migranti.
Nella giornata di ieri, con la nave ancora in acque italiane, la Francia aveva paventato l’ipotesi dello sbarco a Marsiglia, salvo poi negare la propria disponibilità nella speranza che le autorità italiane si allineassero all’obbligo, ribadito in serata anche dalla Commissione europea, di accogliere i naufraghi nel porto sicuro più vicino.
Ma la premier Meloni non ha voluto sentire ragioni: “una scelta incomprensibile- ha commentato il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin, al termine del Consiglio dei ministri- dal momento che la nave si trovava, senza possibilità di contestazioni, nella zona di ricerca e soccorso (SAR) di competenza italiana”. A quel punto, con la tensione ormai alle stelle tra Roma e Parigi, le autorità francesi “hanno preso la decisione, in via eccezionale, di pagare per il comportamento inaccettabile del governo italiano” e hanno invitato la Ocean Viking, che intanto aveva fatto evacuare d’urgenza 4 passeggeri in Corsica, a dirigersi verso il porto di Tolone.
[STATEMENT] It is with a mixture of relief & anger that we welcome the news that Toulon, France, has finally been assigned as a safe port for the 230 remaining survivors on #OceanViking, shortly after a medical evacuation of 3 patients & 1 relative.https://t.co/6FGa1lF7tQ
— SOS MEDITERRANEE (@SOSMedIntl) November 10, 2022
L’Eliseo ha criticato duramente l’atteggiamento del nuovo governo italiano, dichiarando che “trarrà le conseguenze” del rifiuto all’attracco dell’imbarcazione di Sos Mediterranée. La prima, a effetto immediato, è “la sospensione del ricollocamento di 3.500 rifugiati”, attualmente in Italia, prevista dall’accordo sulla redistribuzione volontaria firmato in estate da 18 Paesi Ue, tra cui appunto Italia e Francia. Il ministro Darmanin ha inoltre esortato gli altri Stati partecipanti, in primis la Germania, a sospendere gli impegni presi con l’Italia, “il primo dei beneficiari” del meccanismo di solidarietà Ue sui migranti.
L’intesa, che prevedeva 10 mila ricollocamenti dall’Italia entro l’estate del 2023, di cui 3.500 in Francia e 3.000 in Germania, rischia ora di saltare: Parigi ha fatto sapere che nei prossimi giorni organizzerà “una riunione con la Commissione Europea e con la Germania, allo scopo di far rispettare pienamente la legge internazionale e di trarre le conseguenze dell’attitudine italiana”. Dopo neanche tre settimane dall’insediamento del nuovo governo, Meloni è già isolata su uno dei dossier più importanti: molti Paesi Ue sono accorsi in solidarietà alla Francia dando disponibilità all’accoglienza dei migranti della Ocean Viking, tra cui la Germania che ospiterà un terzo dei richiedenti asilo.
La sospensione francese del meccanismo di redistribuzione non è l’unica conseguenza dello scontro tra Palazzo Chigi e l’Eliseo: Darmanin ha dichiarato che Parigi “proporrà nelle prossime ore di rafforzare le misure di controllo alle frontiere interne con l’Italia”. Mentre la solidarietà europea annaspa nelle acque del Mediterraneo, la Commissione cerca disperatamente di mediare: questa mattina la portavoce dell’esecutivo Ue ha dichiarato che “la Commissione è qui per aiutare, non vogliamo addossare la colpa a uno Stato o a un altro”, sottolineando ancora una volta che “c’è bisogno di cooperazione fra Stati europei e serve avanzare sul nuovo patto sulla migrazione”.
Di questo e di tanti altri temi di attualità nelle politiche europee si discuterà nel nono appuntamento annuale di Eunews “How Can We Govern Europe?“, in programma a Roma il 29 e 30 novembre negli spazi delle rappresentanze di Commissione e Parlamento europei, in piazza Venezia.