Bruxelles – L’inazione non è più un’opzione, per Charles Michel è tempo di agire sull’energia e di farlo rapidamente. E’ un attacco poco velato alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, quello che ha rivolto oggi (9 novembre) il presidente del Consiglio europeo nel suo intervento nella mini plenaria del Parlamento europeo sulle conclusioni del Summit Ue del 20-21 ottobre. Un Vertice Ue in cui, secondo Michel, l’esecutivo comunitario ha ricevuto il mandato politico per far sì che la Commissione Ue e i ministri dell’energia abbiano il mandato per lavorare in maniera urgente per attuare una serie di misure, dal corridoio di prezzo sulle transazioni del gas al price-cap sul gas usato per la generazione di energia elettrica (sul modello iberico).
“Nonostante avessimo posizioni diverse all’inizio, siamo riusciti a superare le differenze e a trovare un accordo”, ha sintetizzato accoratamente Michel parlando in Aula di fronte a von der Leyen. Ribadendo che in “in più occasioni i leader europei hanno chiesto alla Commissione di presentare delle proposte legislative” e che adesso “è venuto il momento di agire”. Ha aggiunto che è “essenziale ridurre i prezzi del gas e garantire la sicurezza delle forniture e la Commissione ha il compito di preparare un nuovo benchmark” alternativo al Ttf , il mercato di scambio olandese del gas, e un corridoio dinamico sul prezzo del gas”, ha sottolineato ancora Michel. Ha ammesso che il prezzo del gas è sceso notevolmente da agosto “ma rimane molto più alto di prima della guerra in Ucraina ed è fondamentale abbassare questi prezzi e ridurre la volatilità dei prezzi, garantendo al contempo la nostra sicurezza dell’approvvigionamento”.
L’esecutivo comunitario è stato accusato a più riprese di ritardo nella risposta alla crisi energetica, e in particolare sull’idea di fissare un tetto al prezzo del gas, su cui la realtà è che i governi sono rimasti divisi durante tutta l’emergenza. Secondo quanto riferito da Politico, Michel avrebbe incalzato direttamente la presidente della Commissione europea in una lettera datata 7 novembre per mettere sul tavolo una legislazione per un massimale sui prezzi del gas naturale dell’UE “il prima possibile”. Il prima possibile significa prima del 24 novembre, quando i ministri europei dell’energia si riuniranno di nuovo a Bruxelles in una riunione straordinaria per approvare le misure di emergenza. Le parole di Michel arrivano dopo che a inizio settimana la Commissione europea ha tenuto un seminario tecnico dedicato proprio al tema del ‘price cap’, in cui secondo varie indiscrezioni Bruxelles avrebbe ribadito ai rappresentanti dei paesi membri che fissare un tetto al prezzo del gas sui mercati dell’UE era rischioso, quasi impraticabile e non raccomandato.
La presidente della Commissione europea ha preso la parola poco dopo l’intervento di Michel, ma non ha fatto alcun riferimento alle dichiarazioni del capo del Consiglio europeo. Dall’inizio della guerra in Ucraina “Putin ha tagliato l’80 per cento delle esportazioni di gas da gasdotto verso l’Europa, ma in soli otto mesi, siamo riusciti a sostituirne la maggior parte più che raddoppiando le nostre importazioni di GNL dagli Stati Uniti”, ha detto nel suo intervento alla mini-plenaria del Parlamento europeo in corso a Bruxelles, ricordando che “dai 22 miliardi di metri cubi (importati dell’anno scorso) siamo passati ai 48 miliardi di metri cubi di quest’anno. Questo ha reso possibile riempire i nostri stoccaggi del 95 per cento e i prezzi del gas sono scesi di circa due terzi rispetto ad agosto”, ha detto. L’Esecutivo comunitario ha sempre rivendicato di aver dato al Consiglio già a marzo la possibilità di fissare un tetto massimo ai prezzi del gas. Ma la proposta non ha guadagnato abbastanza consenso e di fatto Bruxelles non ha mai avanzato una proposta concreta. A frenare soprattutto la Germania, contraria all’idea di fissare un tetto al prezzo del gas, che a sua volta ha frenato in questi mesi anche una proposta da parte dell’esecutivo comunitario.