Bruxelles – L’Italia si ferma. Le indicazioni non sono delle migliori. La Commissione europea presenterà le sue tradizioni previsioni economiche d’autunno solo l’11 novembre, ma “le recenti previsioni del Fondo monetario internazionale vedono l’economia europea in forte rallentamento e stimano una crescita per l’anno prossimo dello 0,5 per cento nell’area euro, mentre per l’Italia si profilerebbe una lieve recessione dello 0,2 per cento“. Premesse e prospettive non sorridono, né al Paese né all’eurozona di cui fa parte. Ma del resto, ammette una volta di più Paolo Gentiloni, “viviamo davvero in un’epoca di straordinaria incertezza” che non risparmia nessuno.
Il commissario per l’Economia, in occasione della giornata mondiale del risparmio, menziona volutamente l’Italia per due ordini ordini di ragioni. Innanzitutto perché già la Germania è in odor di recessione, e uno stop tricolore vorrebbe dire che le principali economia di Eurolandia potrebbero inceppare quest’ultima. In secondo luogo c’è la visita di Giorgia Meloni che dovrà servire per dare quelle garanzie oggi più che mai necessarie.
La presidente del Consiglio sarà a Bruxelles il 3 novembre per incontrare i vertici delle istituzioni comunitarie. Prima la presidente del Parlamento europeo (16:00), poi quella della Commissione (17:30), quindi il presidente del Consiglio europeo (18:30). Un modo per presentarsi e accreditarsi nella sua nuova veste di capo di governo, ma anche l’opportunità di fare il punto sulle questioni di scottante attualità. “Certamente sostegno all’Ucraina e attuazione del piano di ripresa saranno argomenti che troveranno largo spazio“, anticipa Dana Spinant, la vicecapo del servizio dei portavoce della Commissione. Con von der Leyen si discuterà “anche di energia, perché dobbiamo trovare soluzioni alla crisi”.
Capire quale direzione imboccheranno Italia ed Europa non è semplice. Al contrario, la realizzazione delle previsioni economiche per il blocco dei Ventisette è oggi “un esercizio reso ancora più difficile proprio dal clima di incertezza”, riconosce Gentiloni, che insiste sulla necessità di fare le riforme concordate con il predecessore di Meloni. “Ci aspettano dei mesi difficili, ma grazie alle risorse europee del piano per la ripresa abbiamo gli strumenti per ristabilire un clima di fiducia e superare l’incertezza sulle prospettive future”.
L’invito per il centrodestra italiano è chiaro. In un momento di grande incertezze e con una lieve recessione alle porte, tentennamenti e ritardi non sono ammessi, e neppure i litigi propri di una politica italiana fatta troppo spesso di urli e veleni. “Per utilizzare al meglio le risorse Ue per la ripresa, ci vorrà la partecipazione e il contributo di tutte le forze del Paese”. A Meloni si chiede dunque di mostrarsi premier di unità, buonsenso, e compromesso.