Bruxelles – Trent’anni di mercato unico europeo, trent’anni dall’istituzione delle quattro libertà fondamentali che, ricorda con orgoglio il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni, “hanno reso l’Europa uno dei luoghi migliori al mondo dove vivere e fare impresa”. Era il 1993, quando sotto la guida di Jacques Delors, la Commissione europea iniziò a lavorare sulla base della libera circolazione di persone, merci, capitali e servizi tra i Paesi dell’Ue, nel frattempo divenuta realtà con l’entrata in vigore del trattato di Maastricht.
Oggi (27 ottobre) la commissione Mercato Interno del Parlamento europeo (Imco) ha celebrato l’anniversario con un evento che ha ripercorso le tappe e i risultati raggiunti in questi trent’anni. Ma soprattutto cosa resta da fare per rendere lo spazio economico a dodici stelle ancora più all’avanguardia. Qui Gentiloni ha le idee chiare. “È necessario che le autorità doganali abbiano la possibilità di controllare le merci in ingresso e in uscita dall’area del mercato unico: bisogna evitare che dai confini esterni entrino prodotti pericolosi o non conformi agli standard Ue”. Tradotto: serve una nuova proposta di unione doganale. , che l’esecutivo comunitario presenterà nei prossimi mesi.
La riforma allo studio, anticipa, mira ad una semplificazione delle procedure. La consultazione organizzata per l’occasione è già stata condotta e conclusa. Preso atto delle indicazioni delle parti interessate e degli operatori del settore, il testo definitivo dovrebbe essere presentato entro la fine dell’anno.
Ma il nodo principale ancora da sciogliere è lo Smei, lo strumento d’emergenza che dovrebbe permettere alla Commissione europea di intervenire celermente in caso di crisi per garantire il funzionamento del mercato unico. Un’idea oggetto di critica a causa dei poteri aggiuntivi che otterrebbe Bruxelles a scapito di quelli delle capitali. Ma non è solo una questione politica, perché anche le parti sociali hanno qualcosa da dire in merito. In particolare, sindacati e imprese europee si sono mostrate contrarie a uno strumento che limiterebbe il diritto di sciopero da una parte, e la libertà delle imprese in caso di emergenze dall’altra. La presidente Imco, Anna Cavazzini, ha ribadito oggi l’appoggio al dispositivo proposto dalla Commissione.
Ospite dell’evento Imco anche l’ex commissario del Mercato interno Ue, Mario Monti, nonché presidente del Consiglio. Fu lui a scrivere il famoso rapporto del 2010 sulla nuova strategia per il mercato unico, in cui sottolineava l’importanza di sfruttare le opportunità del mercato a vantaggio dei consumatori e l’esigenza di riequilibrare le libertà del mercato interno e i diritti dei lavoratori. “È stato sottovalutato l’aspetto più importante di quella relazione – ha affermato in aula Monti -: la necessità di condurre un’analisi Paese per Paese per valutare quali categorie sociali e professionali traggono benefici dal mercato unico e chi invece ne soffre”.
Più attenzione al benessere dei cittadini e capacità di adattamento alle sfide del mondo di oggi, come la transizione digitale verde: questo il mercato unico del futuro, che “deve essere basato su fondamenta economiche solide e una dimensione sociale altrettanto forte”, ha suggerito Giulia Barbucci, vice-presidente responsabile del bilancio del Comitato europeo economico e sociale (Cese). Per riuscirci, ne è convinto Paolo Gentiloni, c’è bisogno “di coraggio e determinazione per arrivare a una maggiore integrazione”.