Roma – In Italia si vive più a lungo che altrove. La domanda che bisogna porsi, però, è come. “La sfida per chi fa ricerca farmaceutica è garantire il miglior livello di salute possibile, lasciando attivi i cittadini nella vita sociale”, spiega Gianluca Ansalone, head of Public affairs & sustainability di Novartis, intervenendo all’evento ‘Pandemie, strategia farmaceutica e transizione ecologica’ organizzato da Eunews e GEA a Roma. La priorità è fare prevenzione, ma occorre anche disponibilità di farmaci che intervengano dove il semplice stile di vita non basta. E’ quello che fanno i colossi farmaceutici, in collaborazione con le istituzioni.
Il rapporto tra le aziende e chi si occupa di salute pubblica, negli ultimi due anni, è molto cambiato. “Prima del Covid, era molto frontale”, racconta. Oggi “immaginiamo strategie di prevenzione insieme”. È, insomma, cambiato il modo di costruire il sistema salute, è “più moderno ed efficace”.
Se il rapporto tra pubblico e privato è migliorato, però , “il Covid ha rotto in maniera pericolosissima il rapporto di fiducia tra i cittadini, l’industria e la politica”, osserva. “Il rapporto tra cittadini e politica era in crisi già prima del covid, i cittadini non si fidano più del decisore. Il rapporto tra politica e industria era in grande crisi prima del covid, c’era diffidenza, il rapporto tra cittadini e scienza era in crisi, si è rotto con la pandemia. Oggi è difficilmente verificabile la veridicità di una notizia, questo ha alzato una barriera culturale gigantesca. Le democrazie hanno disperatamente bisogno di coltivare questo rapporto di fiducia“.