Bruxelles – Integrare il gruppo dei 13, vale a dire i Paesi dell’Europa centrale e orientale entrati nell’Ue a partire dal 2004, nell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione (R&I), per permettere loro di partecipare più attivamente ai programmi europei, e rilanciare ancora di più la deep-tech, la tecnologia profonda altamente innovativa. La scelta di Wroclaw, tra le 100 città europee che proveranno a raggiungere l’impatto climatico zero entro il 2030, come luogo per ospitare il Central European Technology Forum non è casuale, così come la partecipazione all’evento della commissaria europea per l’innovazione e la ricerca, Mariya Gabriel.
“Creare opportunità in Polonia e in questa parte d’Europa significa creare opportunità per tutto il continente”, ha esordito la commissaria, sottolineando la necessità di rafforzare l’accesso all’informazione sui programmi europei nei Paesi protagonisti del primo grande allargamento Ue del 2004. La partecipazione degli Eu13 ai programmi di innovazione europea sta lentamente crescendo, dal 4.2% del budget totale nel Programma quadro per la ricerca del 2017-2013 al 5,1 per cento nel programma Horizon 2020. Un cambio di passo che non è ancora sufficiente.
Con il nuovo Horizon Europe, programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027, l’obiettivo è incrementare questo dato. “Horizon Europe deve essere catalizzatore di tutti gli investimenti Ue”, ha insistito Gabriel. “Per la prima volta abbiamo il più vasto programma transnazionale di investimenti in R&I al mondo, con 95,6 miliardi di budget”. Una delle novità rispetto al precedente Horizon 2020 è l’introduzione dell’Hop on facility, un meccanismo che permette a nuovi partecipanti di inserirsi in consorzi e attività di lavoro già esistenti. Enfatizzando questo punto, la commissaria Ue all’innovazione ha spronato la platea perché i Paesi dell’Europa centrale e orientale colgano l’opportunità e dimostrino così l’efficacia del dispositivo.
Un approccio dal basso verso l’alto, quello sviluppato dalla Commissione Innovazione e Ricerca nell’Horizon Europe. “Abbiamo creato dei gruppi di lavoro con gli stakeholders- ha proseguito Gabriel- e abbiamo identificato le maggiori sfide che essi affrontano nel loro lavoro con società deep-tech”. L’Europa delle deep-technology, start up che fanno dell’innovazione e dell’ingegneria ad alto contenuto tecnologico il loro modello di business, si sta dunque organizzando per cercare di competere con gli altri poli all’avanguardia nel mondo. A tal punto che secondo la Commissaria, volata di recente in Silicon Vally per visitare il più famoso distretto tecnologico d’America, “quando si parla di deep-tech innovation, l’Europa è già davanti agli Stati Uniti”.