Bruxelles – Parole dure, che evocano l’urgenza di adottare misure a livello europeo che possano incidere nell’immediato sull’andamento dei prezzi e sul lungo termine per scongiurare il rischio di una recessione. Il premier Mario Draghi, al suo ultimo Consiglio europeo, prende la parola per sottolineare l’urgenza di introdurre un “price cap” per limitare i prezzi dell’energia e di una riforma del mercato elettrico, ma anche per mettere in guardia sul fatto che le divisioni tra i governi sul tema energia e su come affrontare la crisi delle bollette, rischiano di frammentare il mercato europeo. Con ripercussioni anche sull’idea di una Europa unita.
Si spinge oltre. E agli omologhi europei chiede una capacità di spesa comune per difendere un sistema di parità di condizioni (level playing field) nel mercato europeo tra i governi (in sostanza, tra quelli che hanno o no uno spazio fiscale per finanziare misure anticrisi) e l’idea di usare un fondo comune “considerevole utilizzabile” non solo per investimenti, ma anche per mitigare i prezzi e le conseguenze dell’aumento delle bollette. Trovare un equilibrio su posizioni diverse, sensibilità diverse. Il dossier energia divide ancora i capi di stato e governo riuniti al Consiglio europeo, chiamati nelle prossime ore a trovare un accordo di principio sulle misure del pacchetto di misure contro il caro energia presentato questa settimana dalla Commissione europea, tra cui un tetto dinamico sul prezzo del gas sulla borsa di Amsterdam, acquisti congiunti di gas e solidarietà.
Buona parte delle discussioni sulla crisi energia verteranno su quale meccanismo di controllo dei prezzi introdurre, mentre i leader cercheranno di avvicinare le posizioni sull’idea di dar vita a uno strumento finanziario comune per sostenere famiglie e imprese dalla crisi delle bollette, sulla scia dello strumento Sure lanciato durante la pandemia da Covid-19 per compensare il rischio di disoccupazione. In entrambi i casi, l’ostacolo da superare sarà principalmente la resistenza della Germania tanto sul cap quanto sullo strumento finanziario.
E la misura della frattura interna al Consiglio europeo è data proprio dalle parole del cancelliere Olaf Scholz all’arrivo al Vertice di Bruxelles. Sul tema dei prezzi, il cancelliere tedesco insiste sulla necessità di negoziare prezzi più bassi con i partner per l’Ue, mentre sullo strumento finanziario ribadisce che ci sono già risorse non utilizzate dal Recovery Fund varato durante la pandemia per essere mobilitate a fini energetici, anche se non propriamente con l’obiettivo di abbassare i prezzi in bolletta.
Dopo poco più di sette ore di confronto tra i capi di stato e governo, a quanto si apprende a Bruxelles, si è concluso il primo round completo di discussioni sull’energia tra i 27 leader e dopo la cena il Consiglio Ue ha ripreso ancora a discutere il tema dell’energia, con una nuova bozza di compromesso messa a punto dalla presidenza. I capi di stato e governo si sono confrontati sul pacchetto di misure in maniera generale, senza entrare nel dettaglio delle singole misure. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, potrebbe decidere di sospendere temporaneamente la discussione sull’energia, spostarla sugli altri temi all’ordine del giorno al Vertice (economia, Ucraina) e tornare all’energia più avanti nel corso della serata. Intanto prende terreno l’idea di convocare il 18 novembre un Consiglio straordinario per l’energia, in cui i ministri dovrebbero confrontarsi sulla proposta legislativa della Commissione e approvarla. Al netto di un orientamento politico che dovrebbe arrivare tra oggi e domani dai leader Ue da Bruxelles.