Bruxelles – Determinati, eppure dubbiosi. E divisi. I Ventisette si siedono ad un tavolo negoziale che si annuncia più complicato del previsto. O magari tutto seguirà le aspettative, che però non sono quelle di discussioni rapide e indolori. Il tema è ripetuto da tutti, e ognuno ha qualcosa da dire sul caro-energia e le misure da prendere, che però non coincide con dichiarazioni e intenzioni dall’altro. Così, il fatto che si rischia di tirarla per le lunghe è l’unica cosa che sembra polarizzare il consenso unanime dei partecipanti, a partire da Olaf Scholz. “Gli strumenti devono essere discussi intensamente perché devono funzionare”, la premessa del cancelliere tedesco. Qui trova il sostegno estone. “Sosteniamo tutte le soluzioni che non ostacolano il mercato unico” e il suo funzionamento, mette in chiaro la prima ministra Kaja Kallas. Che ammette: “Ci aspetta una discussione intensa, e una lunga notte”.
Le proposte della Commissione per ridurre i prezzi dell’energia piacciono, ma non fino in fondo, e non convincono proprio tutti. Il belga Alexander De Croo apprezza il fatto che proposte concrete sul tavolo, che sono “una buona base di partenza” a cui però dover far seguire fatti. “E’ quello che conta davvero”. Però, che si possa giungere a delle conclusioni appare difficile. La Lituania, attraverso il presidente Gitanas Nauseda, ostenta “cauto ottimismo”, mentre il premier sloveno Robert Golob non nasconde che “restano divergenze sul tetto al prezzo del gas e sugli strumenti finanziari”. Ne offre un assaggio Sanna Marin. La prima ministra finlandese sostiene la necessità di discutere di acquisti congiunti dell’energia e di tetti ai prezzi, mentre non fa menzione di strumenti finanziari comuni.
Se la Finlandia chiude all’idea di nuovi programmi di titoli di debito comune, l’Estonia non offre grandi aperture. “Il punto è capire da dove arriveranno le risorse”, scandisce Kallas. La Germania un’idea ce l’ha. “Molti dei fondi che abbiamo sviluppato con il Recovery fund non sono stati ancora utilizzati e sono indirizzati già già verso ciò che è necessario”, scandisce Scholz.
La Francia però sembra avere altre idee. “Dobbiamo avere più solidarietà finanziaria, e preservare l’unità” dell’Ue a ventisette, scandisce il presidente Emmanuel Macron, che sente il bisogno di dire qualcosa al partner tedesco. “Io lavoro per una soluzione comune, non è possibile fare tutto da soli”. Lo scudo da 200 miliardi di euro varato da Berlino non viene digerito. Scaramucce e diverse idee sul da farsi. In sintesi, “non è semplice” trovare un’intesa, riconosce il primo ministro lettone, Krisjanis Karins, “ma dobbiamo affrontare nel modo migliore la crisi energetica”. Anche lui si dice favorevole ad acquisti congiunti, mentre sul un tetto al gas, “dobbiamo capire come porlo”.
L’Italia, invece, ha altri grattacapi. Deve capire che ruolo ricoprire ora che ‘super-Mario’ Draghi lascia la guida dell’esecutivo. Lui stesso ricorda l’importanza della scelta del partner. “All’interno di queste alleanze, l’Italia deve essere protagonista, dalla guerra in Ucraina, all’emergenza energetica”. Un messaggio per le rappresentanze di Belgio, Eu e Nato. In attesa del prossimo esecutivo.
L’Irlanda pensa invece alla crisi dei vicini britannici. Micheal Martin auspica “stabilità” in Regno Unito, “quanto mai necessaria in tempi cosi difficili”, anche per l’Ue. “Sarà un vertice impegnativo“, ammette. un altro, ulteriore, indizio di un vertice che rischia di andare per le lunghe.