Bruxelles – Data la situazione attuale c’è “urgenza di adottare misure che incidano sulla dinamica dei prezzi, quali l’introduzione di un tetto al prezzo” del gas. Mario Draghi insiste con la necessità di fare le cose che si rendono non più rinviabili, e farle in fretta. Chi ha avuto modo di poter ascoltare l’intervento del presidente del Consiglio durante il giro di tavolo dei capi di Stato e di governo sulla ricetta anti-crisi enegertica, riferisce di un presidente del Consiglio “duro” e deciso. Non chiede solo un price-cap, ma pure “una riforma del mercato elettrico” a dodici stelle. Fonti europee riferiscono del monito di Draghi sulla tenuta dello spazio comune di fronte al “rischio di una frammentazione del mercato che può avere riflessi negativi sull’unità europea, se i Paesi che hanno maggior spazio fiscale operano in autonomia”.
L’inquilino di palazzo Chigi ricorda che non ci sono solo “le ricadute sui prezzi”, ma Italia e Unione europea devono fare i conti con “la fase di recessione che l’Europa sta per attraversare”. Per Draghi “gli Stati Membri devono avere una capacità di spesa comune per difendere level playing field (la parità di condizioni, ndr)”. Draghi ha spiegato ai partner che “non è una questione di solidarietà ma di salvaguardia del mercato interno”. Il capo di governo italiano ha quindi insistito sull’urgenza di “un fondo comune considerevole utilizzabile non solo per investimenti, ma anche per mitigare i prezzi”.
Su questo ultimo elemento di confronto a Bruxelles c’è chi preme per non creare nuovi titoli di debito comune ma utilizzare quelle risorse ancora non spese o non impegnate. Fonti diplomatiche spiegano che ci sono, 40 miliardi di euro non utilizzati dai fondi di coesione per il bilancio 2020-2024, a cui si aggiungono 350 miliardi di euro dai fondi di coesione dell’attuale ciclo settennale 2021-2027. Ci sono poi 220 miliardi di investimenti aggiuntivi nell’ambito del piano RepowerEu per l’indipendenza energetica e 225 miliardi di euro di prestiti non utilizzati del recovery fund. Un totale di 835 miliardi ancora disponibili.