Bruxelles – Per il presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, ormai giocare con le parole e le interpretazioni non sarà più sufficiente. Perché l’ultimo audio pubblicato dall’agenzia di stampa LaPresse dalla riunione di Forza Italia alla Camera dei Deputati in occasione dell’elezione dei capigruppo evidenza la posizione controversa di Silvio Berlusconi e di quantomeno una parte del partito (quella che ha applaudito agli attacchi velati a Kiev del suo presidente) sulla visione di fondo dell’aggressione armata della Russia in Ucraina.
“Zelensky, secondo me… lasciamo perdere, non posso dirlo, non fatemi dire quello che penso”, si sente chiaramente nell’intervento, con uno scroscio di applausi dei deputati forzisti. Scricchiolano sempre di più le pretese di Forza Italia di essere la “garanzia europeista e atlantista” al possibile nuovo governo Meloni, come sostiene proprio Weber, anche sul fronte della politica estera e del sostegno del partito di centro-destra a Kiev. “Sapete com’è avvenuta la cosa della Russia? Anche su questo vi prego, però, il massimo riserbo“, ha chiesto Berlusconi ai colleghi di partito parlando della guerra russa in Ucraina, richiamandosi a quel “disastro se viene raccontato alla stampa” del primo audio sui rapporti con l’autocrate russo, Vladimir Putin. “Nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l’Ucraina e le due neo-costituite Repubbliche del Donbass [mai riconosciute dalla comunità internazionale e condannate a più riprese dall’Ue, ndr] per un accordo di pace senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina butta al diavolo questo trattato un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due Repubbliche”.
A questo punto la ricostruzione di Berlusconi si ricollega a quanto già sostenuto nell’intervista a Porta a Porta dello scorso 22 settembre, le cui polemiche erano state liquidate dai vertici di Forza Italia e del Ppe come un’incomprensione e un tentativo di manipolare le parole di Berlusconi. “Le due repubbliche subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7 mila morti, arriva Zelensky che triplica gli attacchi alle due Repubbliche” e a questo punto “disperate, le due Repubbliche mandano una delegazione a Mosca”, dicendo a Putin “non sappiamo che fare, difendici tu”. Secondo l’interpretazione del numero uno di Forza Italia l’autocrate russo sarebbe stato “contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte da tutta la Russia” e solo alla fine “si decide a inventare una operazione speciale”.
Il copione di Berlusconi è sempre lo stesso – con un sinistro richiamo a quanto sostenuto dalla propaganda russa – ed è ora confermato dalle parole confidenziali ai deputati forzasti: “Le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica e Zelensky, e mettere un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro”. Ritorna ancora la questione del supporto europeo all’Ucraina: “Si è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente” e la guerra “invece di essere un’operazione di due settimane, è diventata una guerra di duecento e rotti giorni”.
Ma questa volta l’audio rivela un livello ulteriore di critica alle potenze occidentali. “Oggi, purtroppo, non ci sono leader, non ci sono in Europa e negli Stati Uniti d’America, non vi dico le cose che so”, ha glissato Berlusconi, che ha concluso: “Posso farvi sorridere? L’unico vero leader sono io”. Lo stesso che si definisce “il primo dei cinque veri amici di Putin” e che potrebbe aver violato le sanzioni europee con uno scambio di vodka e Lambrusco con l’autocrate russo nelle ultime settimane (la Commissione deve ancora precisare se gli scambi di regali sono considerabili al pari dell’import/export vietato dai pacchetti di misure restrittive).
Le reazioni Ue alle parole di Berlusconi
Al momento a Bruxelles è “no comment” dal Ppe, anche tra chi lo aveva pesantemente attaccato dopo il primo polverone mediatico e politico di un mese fa, come l’eurodeputata polacca di Piattaforma Civica Danuta Hübner. Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, ha reagito su Twitter, tentando di far dimenticare le parole del suo leader annunciando che “domani sarò al summit del Ppe per confermare la posizione europeista, filo-atlantica e di pieno sostegno all’Ucraina mia e di Forza Italia” e sottolineando che “in tutte le sedi istituzionali non è mai mancato il nostro voto a favore della libertà e contro l’invasione russa“.
Da parte della Commissione Europea, invece, alle richieste della stampa europea è arrivata la precisazione che “non commentiamo mai tali dichiarazioni”. Ma allo stesso tempo è chiara la puntualizzazione che “la nostra posizione sulla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina è molto chiara” ed è – evidentemente – agli antipodi rispetto a quella espressa da Berlusconi nella riunione del partito alla Camera dei Deputati.
Proprio questa mattina la numero uno dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, ha ribadito con forza che “l’ordine internazionale è chiaro”, perché “attacchi mirati alle infrastrutture civili con il chiaro scopo di privare uomini, donne e bambini di acqua, elettricità e riscaldamento con l’arrivo dell’inverno sono atti di puro terrore”, che devono essere “chiamati come tali”. Questo è “il momento di mantenere la rotta”, ha esortato la presidente della Commissione, non conoscendo la tempesta che si sarebbe abbattuta sulla famiglia politica europea di cui lei stessa fa parte.