Bruxelles – Le infrastrutture critiche dell’Unione europea stanno andando incontro a un livello di rischio “molto alto”, e i 27 Stati membri sono chiamati ora a dare una risposta “rapida” per metterle in sicurezza da possibili attacchi. Il monito è arrivato oggi (martedì 18 ottobre) dalla commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, proprio in occasione della presentazione a Strasburgo della proposta di raccomandazione per la protezione delle infrastrutture critiche dei Ventisette, dai gasdotti ai cavi sottomarini ma non solo. “Abbiamo visto attacchi massicci da parte della Russia contro le infrastrutture critiche dell’Ucraina, in particolare sulla rete e le forniture energetiche”, ha sottolineato con forza la commissaria Johansson, portando l’esempio di un partner “molto vicino, che supportiamo e a cui siamo legati”, come ha messo in chiaro la presidente dell’esecutivo Ue, Ursula von der Leyen.
La proposta del gabinetto von der Leyen considera sia attacchi fisici sia informatici – “spesso combinati” – portati dalla Russia e più in generale le nuove minacce che si sono concretizzate nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2. Sarà la stessa numero uno della Commissione a presentare la raccomandazione al vertice dei leader Ue del 20-21 ottobre, illustrando nel dettaglio il piano in cinque punti anticipato nelle scorse settimane: le azioni vanno dall’implementazione della legislazione comunitaria agli stress test, dall’aumento della capacità di risposta attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue all’identificazione satellitare delle minacce e il rafforzamento della cooperazione internazionale. Bruxelles avverte i Ventisette che “è urgente intervenire per rafforzare la capacità dell’Unione di proteggersi dagli attacchi alle infrastrutture critiche”, sia dentro i confini sia “nelle sue immediate vicinanze” (il richiamo all’Ucraina rimane solo tra le righe), con priorità per i settori dell’energia, delle infrastrutture digitali, dei trasporti e dello spazio.
Focalizzandosi su preparazione, risposta e cooperazione internazionale, il punto di partenza della raccomandazione è il quadro giuridico “aggiornato e completo” per la protezione fisica e informatica delle infrastrutture critiche – composto della direttiva sulla resilienza delle infrastrutture critiche (direttiva Cer) e la direttiva rivista sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (direttiva Nis2) – anche se “l’applicazione delle nuove norme deve essere accelerata, alla luce della rapida evoluzione del panorama delle minacce”. Sul piano delle misure degli Stati membri si parte dalla “chiara identificazione di tali infrastrutture e degli enti che le gestiscono“, in particolare per quanto riguarda i servizi transfrontalieri, e dovrebbero fare seguito stress test “sulla base di una serie di principi comuni sviluppati a livello Ue”.
La Commissione si impegnerà poi con l’elaborazione di un piano d’azione sugli incidenti e le crisi delle infrastrutture critiche: “Questo documento descriverà e definirà gli obiettivi e le modalità di cooperazione” a livello nazionale e comunitario, soprattutto “quando gli incidenti comportano interruzioni significative della fornitura di servizi essenziali per il Mercato interno”, specifica la proposta di raccomandazione. Per il rafforzamento della capacità di allerta e di risposta alle interruzioni attraverso il Meccanismo di protezione civile dell’Ue, sarà sempre l’esecutivo comunitario a occuparsi dell’esame “regolare” delle capacità di reazione e di cooperazione intersettoriale. Un ultimo punto riguarda la cooperazione internazionale, in particolare con l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord: nel quadro del dialogo strutturato sulla resilienza tra i due partner, la commissaria Johansson ha fatto sapere che “gli alleati hanno accettato” di istituire una task force congiunta Ue-Nato per la protezione delle infrastrutture critiche.