Bruxelles – Qualcosa si è fatto, qualcosa si farà. Ma data la situazione, “non sarà possibile proteggere tutti dalle conseguenze economiche della guerra”. Vuol dire che le famiglie dovranno fare sacrifici e pagare le bollette. Valdis Dombrovskis sceglie la via dell’onestà. Diretta e amara, ma c’è qualcuno che non potrà essere aiutato, almeno non adesso. Il commissario per un’Economia al servizio delle persone, nell’Aula del Parlamento europeo riunita a Strasburgo in sessione plenaria, insiste sulla necessità di “proteggere coloro che sono più esposti ai prezzi elevati dell’energia e dei generi alimentari”. Un compito che spetta al “settore pubblico”, e quindi ai governi. A loro chiede anche riforme, il solo modo di mettere tutti al sicuro nel medio-lungo termine.
Nel suo intervento ricorda che le misure già messe a punto vanno pensate proprio per chi non può permettersi di fare i conti con il conflitto e le sue implicazioni. “Il price cap sui ricavi di mercato per i produttori inframarginali e il prelievo di solidarietà per il settore dei combustibili fossili consentiranno agli Stati membri di convogliare queste entrate provenienti da profitti molto elevati, ottenuti in circostanze impreviste, verso coloro che hanno maggiormente bisogno di sostegno”. Ma questo non basterà, serve andare avanti con i piani nazionali di ripresa.
“Dobbiamo mantenere la rotta con le attuali politiche per costruire una solida base per la futura prosperità dell’Europa”, scandisce Dombrovskis, che chiarisce. Mi riferisco in particolare alle riforme e agli investimenti concordati dagli Stati membri nei loro piani di ripresa e resilienza”. E’ questa la strada per mettere in sicurezza l’Europa e le sue famiglie. Se non sarà possibile fare tutto e bene adesso, l’obiettivo viene fissato per un altro momento, e nel frattempo l’Ue guarda a salvare il salvabile, a puntellare laddove si può. Ma non potrà evitare, a sentire il lettone del team von der Leyen, che famiglie e imprese vedano un peggioramento della propria condizione.
Anche perché, spiega, fornire un sostegno fiscale generalizzato “non sarebbe molto utile”. Vorrebbe dire “alimentare l’inflazione, aumentare ulteriormente i prezzi dell’energia e potenzialmente indebolire ulteriormente l’economia”. Ecco perché non sarà possibile aiutare tutti quanti.