Bruxelles – Non perdere tempo, ma soprattutto evitare di dividersi e trovare risposte veramente Ue. Charles Michel sferza i leader in vista del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue del 20 e 21 ottobre. Il presidente del Consiglio europeo mette nero su bianco, nella tradizionale lettera d’invito, che “come corollario della nostra discussione sull’energia, vorrei che ci concentrassimo anche sul coordinamento efficace delle nostre risposte di politica economica, anche con il sostegno di soluzioni europee comuni”. Michel dunque apre alla discussione di strumenti che vadano oltre la logica nazionale, e conferma impostazione e orientamento di lavori di cui si attende di conoscere solo l’esito.
“Le nostre prospettive economiche dipenderanno in larga misura da come gestiremo la nostra crisi energetica”, ricorda Michel, nel giorno in cui a Strasburgo il vicepresidente della Commissione europea, Dombrovskis, ammette che comunque vada non si potrà aiutare tutti a rispondere al caro-vita e al caro-bollette. La posta in palio è dunque elevata, e l’auspicio di Michel è che “nonostante i diversi vincoli nazionali, affronteremo il nostro dibattito sull’energia in modo costruttivo, consapevoli del nostro urgente interesse collettivo”.
“Soluzioni europee comuni” per rispondere ad un “interesse collettivo”, e quindi comune. Il presidente del Consiglio europeo non sceglie parole a caso. La portata politica del suo invito è non indifferente, anche perché non scontato. Dombrovskis, esponente del Ppe, di fronte all’Aula del Parlamento europeo ricorda che “l’attuale shock è molto diverso da quelle prodotto dalla pandemia” di Coronavirus, e “quindi anche le nostre politiche devono essere diverse“.
Tradotto, se di fronte alla crisi sanitaria si è risposto con titoli di debito comune e meccanismo per la ripresa, non è detto che lo stesso vada e possa essere fatto per la crisi energetica. Michel, liberale e non dei popolari, spinge invece per un altro scenario, diverso, e che non dispiacerebbe affatto all’Italia. A dire il vero Michel non fa menzione di strumenti finanziari, ma invita a price-cap comuni. “Mi aspetto anche che affrontiamo altri interventi di mercato a breve e lungo termine, come un quadro dell’UE per limitare il prezzo del gas per la produzione di elettricità“. Altra ipotesi che non dispiacerebbe all’Italia, e altro esempio di soluzioni europee comuni.
Non finisce qui. La chiamata a raccolta riguarda anche l’intervento sul mercato. Occorre “sfruttare appieno il peso negoziale della nostra unità a 27 acquistando congiuntamente gas”, altro invito di Michel ai capi di Stato e di governo. Gli stessi sono esortati a “sviluppare un nuovo indice di riferimento che rifletta in modo più accurato le condizioni del mercato del gas ed esaminare un limite di prezzo dinamico temporaneo”. Lavoro da fare non manca. Il vertice di ottobre è un banco di prova importante per l’Ue e i suoi Stati membri.