Bruxelles – La Banca centrale europea ha sbagliato a mettere Carige in amministrazione controllata. Dal Tribunale dell’Ue arriva la bocciatura per la Bce allora guidata da Mario Draghi. L’organismo di giustizia di Lussemburgo ritiene che l’Eurotower “sia incorsa in un errore di diritto nella determinazione della base giuridica utilizzata per adottare le decisioni” del 2019. La banca italiana aveva accumulato perdite per oltre 1,6 miliardi di euro tra dicembre 2014 e il l’1 gennaio 2019, e gli stressi condotti sugli istituti di credito tricolori indicarono in Carige uno dei gruppi con le maggiori criticità. La Bce decise di correre ai ripari, fissando obiettivi da raggiungere tra il 2017 e il 2019 per i prestiti deteriorati e la relativa copertura. Obiettivi però non rispettati, e allora l’1 gennaio 2019 l’istituto di Francoforte optò per il commissariamento e l’avvio dell’amministrazione straordinaria, col conseguente scioglimento del consiglio d’amministrazione.
Il nodo è tutto giuridico. La Bce, spalleggiata dalla Commissione europea, ha ritenuto di dover applicare il diritto dell’Unione, che prevede l’amministrazione straordinaria in caso di deterioramento significativo della situazione dell’ente considerato. Il Tribunale respinge questa argomentazione. I giudici di Lussemburgo ritengono che “quando il diritto nazionale recepisce una direttiva, è il diritto nazionale a dover essere applicato“. La Bce, nel caso specifico di Carige, ha applicato il testo unico bancario mediante “un’interpretazione libera dei testi”, e dunque annulla la decisione della Bce.