Bruxelles – Più centralità delle regioni, e più attenzione a quello che comuni, territori ed enti locali hanno da dire e da dare ad un’agenda europea che è comune sì, ma non così tanto. I presidenti di Regione italiani arrivano a Bruxelles per domandare di fatto al stessa cosa. Al netto del colore politico del governo locale, si vuole un diverso grado di partecipazione. Utilizzano la cornice della sessione plenaria del Comitato europeo delle regioni per farsi portavoce delle istanze dei cittadini. Perché, ricorda Eugenio Giani, presidente delle Regione Toscana, “siamo tutti degli amministratori direttamente eletti”. Su questioni sempre più centrali come lotta ai cambiamenti climatici, transizione sostenibile e trasformazione energetica, “dobbiamo fare le politiche che servono per la società del futuro, e per garantirne il successo serve un partenariato forte a livello locale e regionale”. Vuol dire dare e riconoscere maggior peso a chi poi lavora sul territorio, tutti i giorni.
Il presidente della Regione Toscana non ha nulla contro l’Europa, anzi. La difende. Ricorda il periodo della pandemia e delle chiusure, quando l’Ue alla fine risposte con un meccanismo per la ripresa, NextGenerationEu, che “ci ha fatto sentire cittadini europei”. A chi, oggi, tende ad avere una visione solo critica di questa Unione, Giani ricorda come “i fondi di coesione servono per continuare l’impegno per trasporto pubblico pulito, efficienza energetica per le nostre case, per ricerca e sviluppo delle rinnovabili”.
Ne è una dimostrazione il Piemonte, il cui presidente, Alberto Cirio, incassa il via libera della Commissione europea per il piano operativo regionale per l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal Fondo europeo di sviluppo rurale (Fesr). Per il periodo 2021-2027 un totale di 1,5 miliardi di euro, da destinare sopratutto per la transizione digitale e innovativa (807 milioni), transizione verde (435 milioni), mobilità pulita (40 milioni), politiche per l’istruzione (20 milioni) e coesione dei territori (140 milioni). “Essere riusciti ad aumentare di 500 milioni la dotazione del Fesr rispetto al precedente ciclo settennale è unrisultato di cui andare fieri”, riconosce il governatore. “Ma – tiene a precisare – non sarebbe potuto essere raggiunto senza l’impegno e la collaborazione della Commissione europea”. Se comuni e province chiedono però di essere coinvolti sempre di più, i presidenti de regione italiani a Bruxelles confermano la validità della richiesta
Marco Marsilio, presidente dell’Abruzzo, invece chiede all’Europa di ascoltarlo nella sua strategia per la sicurezza energetica. “Senza promozione del nucleare i costi dell’energia diventeranno sempre più elevati”, ragiona il presidente della regione Abruzzo. “Vogliamo ricerca sulla quarta generazione, da accompagnare con investimenti nelle rinnovabili”. Perché , spiega, “il nucleare da fusione è sicuro, pulito perché non produce scorie, e produce energia illimitata”. Quindi, “andrebbero intensificati gli sforzi”. A chi sostiene che non è una soluzione disponibile subito, ricorda la storia dei vaccini anti-Covid. “Tutti pensavano che ci sarebbero voluti anni, e invece…”.