Bruxelles – La richiesta è netta: “Chiediamo un’industria europea del solare fotovoltaico con i più alti standard innovativi e di sostenibilità”. L’esortazione alla Commissione europea è scritta nero su bianco in una lettera inviata da 13 amministratori delegati di aziende energetiche europee e americane della catena del valore del solare fotovoltaico, tra cui anche Salvatore Bernabei di Enel Green Power. Da Bruxelles la risposta è immediata e in linea con le istanze del settore produttivo: l’approvazione formale della nuova Alleanza europea dell’industria solare fotovoltaica dà il via libera agli sforzi per l’aumento delle tecnologie di produzione di prodotti e componenti fotovoltaici di ultima generazione.
“I recenti sviluppi internazionali nelle catene di fornitura del solare fotovoltaico evidenziano la necessità di un’azione più incisiva da parte dell’Europa”, si legge nella lettera indirizzata alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e al vicepresidente esecutivo, Valdis Dombrovskis. L’obiettivo è “accelerare la partecipazione alla competizione globale per le catene di valore, basandosi sull’eredità di leadership nella ricerca sull’energia solare”. La base di partenza è la strategia RePowerEU, che dimostra una “rinnovata ambizione sul solare fotovoltaico” da parte di Bruxelles e “raddoppia i precedenti obiettivi di diffusione”, sottolineano gli amministratori delegati di BayWa r.e., Enel Green Power, First Solar, Fronius, Goldbeck Solar, Ibc Solar, Renewable Energy Business Iberdrola Group, Meyer Burger, Norwegian Crystals, Sma Solar Technology, SolarPower Europe, Solarwatt e Wacker Chemie.
Il momento per il continente europeo è “cruciale”, perché “non può più continuare a fare affidamento esclusivamente su pannelli solari e inverter importati, a causa dei problemi legati alla catena di approvvigionamento e alle spedizioni” internazionali. A questo si aggiungono le conseguenze della guerra russa in Ucraina: “A differenza di altri mercati che hanno investito nella produzione, l’Europa continua ad affrontare prezzi dell’elettricità alle stelle“, che rappresentano “una minaccia concreta non solo per la restante capacità produttiva dell’Ue, ma anche per qualsiasi ambizione di riportare la catena del valore del solare” sul territorio comunitario. La necessità ora è quella di “affrontare questo momento con un’azione coraggiosa e immediata” per attirare “investimenti immediati e massicci in nuovi siti produttivi senza precedenti in Europa”, sul modello dell’Inflation Reduction Act negli Stati Uniti, la progettazione delle aste in India e il sostegno statale della Cina alla produzione attraverso sussidi.
La riposta di Bruxelles deve essere la costruzione di una “solida catena del valore a livello europeo, con obiettivi nazionali per i Paesi che producono tecnologia solare“. In questo modo “la riduzione della dipendenza dalle importazioni rafforzerà in modo significativo le ambizioni della Commissione in materia di diffusione e sicurezza energetica”. Lo strumento “urgente” da utilizzare è un “sostegno finanziario ambizioso e accelerato”, con l’invito alla Commissione a “prendere in considerazione ulteriori misure a breve termine, tra cui un’azione legislativa ispirata all’European Chips Act” e a “sollecitare gli Stati membri a promuovere la produzione di fotovoltaico solare nell’imminente revisione dei Piani nazionali di resilienza e ripresa rispetto al RePowerEu“.
A distanza di poche ore dalla lettera dei 13 amministratori delegati l’esecutivo comunitario ha dato la luce verde all’Alleanza industriale europea: “È una delle iniziative concrete della Strategia per l’energia solare, adottata nell’ambito del Piano RePowerEU, che aiuterà l’Ue a raggiungere oltre 320 gigawatt di nuova capacità fotovoltaica installata entro il 2025 e quasi 600 entro il 2030″, sottolinea l’esecutivo comunitario. L’approvazione apre la strada all’invito all’adesione che “sarà pubblicato a novembre”, prima del lancio ufficiale dell’Alleanza entro la fine dell’anno. L’iniziativa dovrebbe “raddoppiare entro la fine del decennio” gli attuali 357 mila posti di lavoro nella filiera europea e riunirà industrie, istituti di ricerca, associazioni di consumatori, Ong e altre parti interessate al piano d’azione per la catena del solare sul continente.