Bruxelles – Agire insieme, in modo ordinato e coordinato, soprattutto concordato. La crisi energetica e la necessità di trovare una risposta ad un fattori di incertezza economica per tutto, nell’eurozona come nell’Ue, non deve indurre a ignorare l’appartenenza ad una famiglia comune. Ursula von der Leyen invita i Ventisette a ragionare ed agire a Ventisette, per il bene dell’intero progetto di integrazione. Il vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’Ue di Praga lascia l’impressione di un’Europa improvvisamente più preoccupata di sé stessa, perché litigiosa e divisa. La presidente della Commissione europea non chiama in causa il suo Paese di provenienza, non cita mai la Germania, ma lo scudo da 200 miliardi di euro varato dal governo Scholz impone una riflessione ad alta voce, che sa di reprimenda. “Dobbiamo mantenere unito il nostro mercato unico ed evitare la frammentazione“.
Un punto fermo, ribadito a tutti i leader riuniti nella capitale ceca. “Ho sottolineato ancora una volta quanto sia cruciale”, tiene a precisa von der Leyen, che sa di avere molti alleati attorno al tavolo e nella altri capitali. Procedere nel bene comune, senza scossoni, “è un’opinione ampiamente condivisa”. La storia a dodici stelle, anche quella recente, porta alla conclusione per cui “il mercato unico ha dimostrato di essere la nostra migliore risorsa in tempi di crisi“. Pertanto, “dobbiamo preservarlo”. Il dibattito sulle risposte al caro-bollette si inserisce nel più ampio contesto economico tutto europeo. È quindi “di fondamentale importanza avere condizioni di parità ed evitare frammentazione e distorsione”.
A condividere questa riflessione e soprattutto questa impostazione è soprattutto Mario Draghi. Il presidente del Consiglio dice di “condividere” la proposta avanzata dai commissari Gentiloni e Breton per un nuovo prestito congiunto da parte dell’Unione Europea per finanziare la risposta alla crisi dei prezzi dell’energia che sia unita e unitaria, e rivendica la paternità di una simile iniziativa. “Proposte molte simili le ho fatte cinque-sei mesi fa”, per il semplice motivo che “sono molto naturali in queste situazioni, tanto più dopo la decisione tedesca“.