Bruxelles – “Non c’è” alcun ‘caso Italia’. In Europa, e attorno al tavolo dei leader dell’Ue, “non c’è nessuna preoccupazione, c’è curiosità“. Smorza i toni del dibattito, corregge le pieghe del confronto, mette da parte ogni possibile scontro. Mario Draghi, lascia Praga con un messaggio molto chiaro, volto a non intaccare la credibilità di un Paese che secondo il capo del governo continuerà a ricoprire un ruolo chiave sullo scacchiere europeo ed internazionale. Ci tiene a precisare che c’è “il massimo rispetto” per gli italiani e le loro scelte, e che “ovviamente quando c’è un cambio di governo c’è l’intenzione di capire come si evolverà la linea politica con il nuovo esecutivo”, spiega il presidente del Consiglio al termine del vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’Ue. “Ma se guardiamo agli ultimi anni la politica estera non è cambiata, e dovrebbe restare invariata“.
Parole, quelle del premier uscente, che ancorano l’Italia di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia all’europeismo e all’atlantismo. Il riferimento alle politiche invariate nei dossier extra-nazionali non è casuale. L’esito delle elezioni del 25 settembre si è propagato con forza a livello internazionale, con la stampa estera che non ha potuto fare a meno di determinate considerazioni su un governo fortemente spostato a destra, con forze sovraniste ed euro-critiche. Timori che certamente animano il Parlamento europeo, dove l’ex presidente Antonio Tajani ha dovuto assicurare il suo ruolo di mediatore e garante delle posizioni pro-Ue del governo che seguirà a breve (e per cui, molto probabilmente, servirà in prima persona nella squadra dei ministri).
Non è neppure un mistero che a Bruxelles ci si è chiesto, sin da subito, se il nuovo assetto politico-istituzionale tricolore sia in grado di dare fare le riforme e attuare il piano di ripresa, il cui successo è fondamentale per un’eventuale replica del recovery fund e l’emissione di titoli di debito comune. Draghi rassicura, nel giorno in cui i fatti sembrano dargli ragione. Mentre il presidente del Consiglio discuteva coi partner le strategie di risposta al conflitto russo-ucraino e le sue ricadute, a Roma l’Italia riceveva aiuti dall’Ue e la disponobilità a lavorare con il prossimo esecutivo. Un segno anche questo, che mostra come non ci sia nessuna preoccupazione eccessiva.