Bruxelles – C’erano pochi dubbi, ma le dichiarazioni che arrivano durante e dopo il vertice informale dei leader Ue a Praga sgomberano il campo dai pochi rimasti. L’Unione Europea rimane salda nel sostegno all’Ucraina, anche di fronte alle minacce nucleari di Putin e l’annessione illegale delle quattro province occupate, e si inizia a pensare a un sostegno alla controffensiva con armi pesanti. “Abbiamo deciso di creare un fondo speciale da 100 milioni di euro che permetterà all’Ucraina di comprare il materiale bellico di cui ha bisogno direttamente dai nostri industriali”, ha reso noto il presidente francese, Emmanuel Macron.
“Mobiliteremo ogni forma di sostegno, militare, politico e umanitario”, ha assicurato il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, a proposito del “completo supporto alle priorità” elencate dal leader ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenuto questa mattina (venerdì 7 ottobre) in videocollegamento. “Ci sono state intense discussioni su come supportare l’Ucraina e sono incoraggiata per la chiusura dell’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia di ieri, ci siamo mossi velocemente e con forza”, ha sottolineato la numero uno della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Parallelamente, “rimaniamo fermi nel sostegno all’Ucraina, con assistenza umanitaria e militare”, ha precisato von der Leyen, anticipando che “altri due miliardi saranno rilasciati nei prossimi giorni come assistenza macrofinanziaria“. Anche per il premier ceco e presidente di turno del Consiglio dell’Ue, Petr Fiala, “l’Ucraina deve emergere vincitrice da questo conflitto” e l’Ue aiuterà Kiev a farlo grazie all’accordo trovato tra i 27 leader sulla “missione di addestramento per l’Ucraina“, secondo la proposta dell’alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell.
La necessità di fornire maggiore sostegno all’Ucraina con nuove forniture di armi è emersa con particolare forza nel corso del confronto di questa mattina, come è stato evidenziato dalle parole della presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola: “Gli ucraini devono essere in grado di difendersi, in questa nuova e più pericolosa fase della guerra hanno bisogno di armamenti pesanti che consentiranno loro di respingere l’esercito russo”. La numero uno dell’Eurocamera si è esposta con slancio su ciò che sarebbe necessario: “Ci sono diverse opzioni sul tavolo che ci permetteranno di fornire – senza esaurire le nostre capacità di difesa nazionale – carri armati Leopard 2, anche attraverso un’iniziativa di prestito/affitto”, perché “non fare nulla non può essere un’opzione”.
Una risposta chiara alle richieste del presidente ucraino Zelensky, che nel suo intervento in videocollegamento da Kiev ha esortato l’Unione ad “aumentare la fornitura di armi e munizioni per difenderci dalla pressione russa”. Nonostante “tutti noi preferiremmo spendere i soldi per obiettivi completamente diversi, obiettivi pacifici e bisogni sociali”, la domanda di Zelensky è diretta: “Ma chi e cosa sarà in grado di proteggere tali necessità?” Ecco perché, di fronte all’aggressione armata da parte dello “Stato più anti-europeo del mondo moderno”, viene chiesto di sostenere la controffensiva del popolo ucraino, che “ha fermato l’invasione della Russia” e non le ha permesso di “portare la stessa guerra nei Paesi baltici, in Polonia e in Moldova”, ha sottolineato il leader ucraino. L’obiettivo di lungo termine è quello di raggiungere “lo spazio della libertà, della democrazia, dello sviluppo sociale e dei valori fondamentali che ci uniscono tutti e che rendono l’Europa così attraente”.