Bruxelles – L’Europa si mette al servizio dell’Italia, ma l’Italia dovrà mettersi al servizio di sé stessa per continuare a ricevere il sostegno che serve per la trasformazione in senso sostenibile e innovativo la propria economia. I timori post-elettorali sembrano lontani, e il mondo dell’Ue è pronto a lavorare con il prossimo esecutivo tricolore, a cui però si invita a continuare nel solco tracciato da Mario Draghi. “Va continuata questa corsa contro il tempo che è l’attuazione del Piano nazionale per la ripresa (Pnrr)”, scandisce Paolo Gentiloni da Roma. Alla platea del roadshow InvestEU 2022 – Sostenitore per gli investimenti per un’economia verde, digitale ed equa’, il commissario per l’Economia ribadisce una volta di più che di fronte a crisi energetica e impatto del conflitto russo-ucraino sull’economia “non dobbiamo mettere un’ipoteca al Green deal”, e in fin qui il Paese è stato un buon esempio. “Dobbiamo riconoscere al governo italiano che in questo periodo ha fatto ogni sforzo per rimanere in questa dimensione”.
Incognite e ostacoli non mancano. Non sarà una passeggiata, e non lo sarà per nessuno. Per fare dell’agenda sostenibile una realtà “serviranno 520 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi all’anno per i prossimi dieci anni per la transizione climatica, e 130 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi per la transizione digitale”, ricorda Gentiloni. Si tratta di uno sforzo che chiama in causa “soprattutto i privati”, certo, “ma serviranno anche investimenti pubblici, e guarderemo a questo con le nostre regole del patto di stabilità”. Il membro italiano del team von der Leyen si mostra disponibile. A Bruxelles, sottolinea, “dobbiamo trovare il meccanismo, anche per i Paesi con spazio di bilancio limitate, per avere l’incentivo atto per promuovere gli investimenti”, pur garantendo “sostenibilità di bilancio”.
La politica di Bruxelles è pronta a fare la sua parte, e il sistema Italia è deciso a continuare a fare squadra. Dario Scannapieco, presidente di Cassa Depositi e prestiti (Cdp), ribadisce l’impegno della banca promozionale. “Vogliamo iniziare a fare leva e dare accesso alla garanzia dell’Ue e finanziare progetti di alto livello e valore aggiunto per l’economia italiana”, attraverso un uso efficiente di InvestEU, il programma Ue per gli investimenti strategici erede del vecchio piano Juncker. “Vogliamo confermare il nostro ruolo di leadership a livello europeo di utilizzo della garanzia Ue”, e in tal senso “vogliamo rafforzare la nostra presenza a Bruxelles”.
Altra sponda arriva da Lussemburgo, dal contributo che potrà dare la Banca europea per gli investimenti. Anche questo organismo europeo si mette al servizio del Paese, ma la vicepresidente Gelsomina Vigliotti non può esimersi dall’offrire consiglio per una cooperazione di successo. “La risposta alla crisi energetica è chiara: diversificare le fonti energetiche e insistere su più efficienza energetica, nel breve, medio e lungo periodo”. E’ una responsabilità tutta italiana e dei suoi amministratori, centrali e locali. Perché, ricorda, nell’impegno per la transizione verde e digitale“gli investimenti non possono essere prescritti né da Bruxelles né da Lussemburgo, nascono nei territori”. Come Bei, scandisce, “dobbiamo proteggere i territori e rafforzare la coesione”. Se anche la Bei si mette al servizio dell’Italia, il grosso spetterà all’Italia. Un altro pro-memoria per il governo a trazione Meloni in procinto di formarsi ed entrare in funzione.
Daniele Franco, ministro dell’Economia uscente, procede al passaggio di consegne. Con la guerra in Ucraina e la crisi energetica che ne è scaturita, “la transizione sostenibile, che già sostenevamo per combattere i cambiamenti climatici, è oggi più urgente che mai”. E non si tratta solo di farla, ma di governarla. Per essere protagonisti e avere vera crescita, “dobbiamo sapere gestire la transizione” sostenibile. Sarà questo uno dei compiti del prossimo governo. Con l’Europa che si mette al servizio dell’Italia, ora spetta al governo Meloni.