dall’inviato a Strasburgo – “Vedo l’emergenza sociale dietro l’angolo, e non so quanto l’Europa se lo possa permettere”. Paolo Borchia non nasconde preoccupazione né un certo scetticismo per le ricette europee alla crisi dell’energia. L’europarlamentare della Lega, coordinatore del gruppo Id in commissione Industria, teme che la sostenibilità sia oggi una zavorra, o per meglio dire uno strumento da poter utilizzare diversamente. “Io temo che la transizione sia una affare per ricchi, e non abbiamo bisogno di misure elitarie”, confida nell’intervista concessa a Eunews a margine dei lavori d’Aula. “Se un Paese come la Cina, che detiene le materie prime e le tecnologie per le transizione, si pone gli stessi obiettivi dell’Ue ma a dieci anni di distanza, ecco, questo fa riflettere”. Torna sull’intervento della presidente della Commissione europea, e non può che scuotere la testa: “Non si rendono conto della crisi”.
EUNEWS: La presidente von der Leyen propone un tetto temporaneo al prezzo del gas. E’ la giusta risposta ai rincari?
Paolo Borchia: “Se si riesce ad arrivare ad un price-cap, è giusto che sia temporaneo. Perché in una fase storica come questa, capisco che per le famiglie e le imprese un’idea di un tetto possa sembrare attraente, ma un tetto pone ostacoli. E’ complicato. Bisognerà capire come si fissa il prezzo, chi ne viene investito”.
E: Nel suo intervento von der Leyen ha anche presentato un piano in cinque punti per la sicurezza infrastrutturale. E’ quello di cui c’è bisogno?
P.B.: “Ci sono idee interessanti. Sui cinque punti ancora ci siamo. E’ sull’approccio che resto ancora molto perplesso”.
E: In che senso?
P.B.: “Sono perplesso per il fatto che di fronte a pandemia prima e guerra poi, la transizione, che non discuto perché quella è la direzione, non sia passata per una revisione delle tempistiche. La tabella di marcia sulle politiche climatiche ed energetiche andrebbe rivista e resa flessibile alla luce del mutato contesto. Invece Green Deal e Fit for 55 stanno contribuendo a mantenere elevati i prezzi. E poi pensare di poter fare a meno del gas dall’oggi al domani… A volte ho l’impressione che non ci sia la contezza della crisi”.
E: Qualcuno le risponderebbe che abbiamo più gas naturale liquefatto, il GNL…
P.B.: “E’ una partita win-win soprattutto per gli Stati Uniti. Senza dubbio loro ci guadagnano, anche se c’è molta opacità sui prezzi di questa operazione. Nessuno sa dire quanto ci costa, e non è un’affermazione che riguarda solo la Commissione”.
E: La crisi dei prezzi dell’energia si risolve alla tedesca?
P.B: “La Germania ha risposto con un bazooka da 200 miliardi di euro. Anche io, se li avessi, li metterei per il mio Paese. Ma a livello di mercato delle perturbazioni le vedo. Noi, come Lega, nella relazione sull’energia vota in plenaria, avevamo proposto una maggiore attenzione alle fonti rinnovabili programmabili come idroelettrico, geotermico e bioenergia. Richieste di buonsenso, nell’interesse dei cittadini. Ce l’hanno bocciata“.
E: La possibilità di accrescere le risorse del RepowerEu vi piace?
P.B: “Quello che è importante è la tutela dei territori”.