Bruxelles – Un tetto al prezzo del gas usato per la generazione di energia elettrica, colloqui con i partner dell’Ue affidabili (come la Norvegia o gli Stati Uniti) per abbassare i prezzi e un limite del prezzo del gas scambiato nell’Ue in relazione al mercato olandese del gas (il Ttf) in attesa di introdurre un nuovo indice di riferimento che sia più rappresentativo dell’attuale mercato energetico. E’ la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ad aprire alla necessità di un nuovo intervento con gli Stati membri per limitare i prezzi nel mercato del gas naturale in una lettera trasmessa nel pomeriggio di oggi (5 ottobre) ai capi di Stato e governo che si riuniranno venerdì 7 ottobre a Praga in un Vertice Ue informale. Nella sostanza, il contenuto della lettera era stato anticipato questa mattina dalla presidente in un dibattito con gli eurodeputati in sessione plenaria a Strasburgo.
Putin has been using energy as a weapon, causing economic and social hardship.
The measures we have put in place provide us with a first buffer of protection.
Now we will step up to tackle rising energy costs ↓
https://t.co/fDf1PiaBhD— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) October 5, 2022
La discussione tra i leader Ue di venerdì contro l’aumento dei prezzi dell’energia si preannuncia accesa e prenderà le mosse proprio dalla lettera di von der Leyen, che nella sostanza contiene una roadmap sulle iniziative da discutere e che l’Ue potrebbe adottare per far fronte all’aumento dei prezzi, tra cui la presidente menziona i negoziati con i partner affidabili dell’Ue con cui dar vita a dei ‘corridoi’ di prezzi per ridurre i costi delle forniture da parte di questi partner, dare una spinta alla piattaforma per gli acquisti congiunti di energia (che è operativa dal 7 aprile, ma non acquista energia) per evitare ancora più frammentazione, e ipotizza anche ulteriori finanziamenti al piano ‘RepowerEu’ varato a maggio per l’indipendenza energetica dalla Russia.
La presidente conferma inoltre il lavoro della Commissione su due diverse tipologie di tetto al prezzo del gas, che dovrebbero essere discusse dai leader: un tetto al prezzo del gas usato per la produzione di energia elettrica, dal momento che “i prezzi elevati del gas stanno determinando i prezzi elevati dell’elettricità” si legge nella lettera, in cui von der Leyen precisa che l’intervento anticiperà la riforma strutturale del mercato elettrico (che dovrebbe arrivare entro fine anno); e un tetto “temporaneo” al prezzo del gas scambiato dentro l’Ue in relazione al mercato di riferimento (Ttf di Amsterdam) “in un modo che continui a garantire la fornitura di gas all’Europa e a tutti gli Stati membri e che dimostrerebbe che l’UE non è pronta a pagare qualunque prezzo per il gas”. Quest’ultimo intervento, secondo von der Leyen, dovrebbe essere temporaneo in attesa dell’introduzione di un nuovo parametro di riferimento complementare al Ttf che sia più rappresentativo del mercato energetico europeo di oggi, in cui sono sempre maggiori le forniture di gas liquefatto. In questo caso, secondo il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, il tetto evocato da von der Leyen si riferirebbe quindi solo al gas scambiato internamente all’Europa, non quindi quello importato in Ue e soprattutto non solo quello russo.
E’ bene notare che è la stessa presidente a mettere le mani avanti e come aveva già indicato la commissaria Kadri Simson per prendere in considerazione un tetto massimo sui prezzi del gas è necessario “mettere in atto le necessarie salvaguardie”, prevedendo ad esempio obblighi di risparmio di gas più impegnativi rispetto a quelli già concordati tra Stati membri (riduzione del 15 per cento dei consumi rispetto alla media degli ultimi 5 anni) e stipulare “accordi vincolanti di solidarietà tra gli Stati membri”, che oggi invece sono solo su base volontaria. Sono settimane che i governi europei discutono sulla possibile introduzione di un tetto al prezzo del gas, con una maggioranza di Stati membri (l’Italia e la Francia a guida di una coalizione di 15 Stati membri) a favore di un tetto al prezzo di tutto il gas importato in Ue. Un intervento osteggiato invece da Paesi del peso politico della Germania e dei Paesi Bassi (ma anche della stessa Commissione europea) che temono rischi per l’approvvigionamento. Un eventuale tetto al prezzo del gas dovrebbe essere dunque mantenuto abbastanza attrattivo per i fornitori, ma non ai livelli di speculazione delle scorse settimane.
Sintetizzando, il dibattito a livello europeo è tra chi accetterebbe misure volte a far fronte ai prezzi trovando il modo di pagarli a qualunque costo – ovvero i Paesi che hanno più spazio fiscale, come la Germania che ha di recente varato un piano da 200 miliardi di euro -, e una porzione più ampia di Stati membri, come l’Italia, con meno spazio fiscale in cui è diffuso il desiderio di usare meno risorse pubbliche possibili per fare fronte all’aumento dei prezzi dell’energia. Detto questo, le stesse fonti riferiscono che alla vigilia del vertice il clima è positivo e le linee guida della Commissione orienteranno il dibattito di venerdì da cui non si aspettano conclusioni da parte dei leader, ma un mandato politico alla Commissione europea per avanzare una proposta concreta nei giorni a seguire. L’assenza di conclusioni – nonostante una bozza circolata nei giorni fa – secondo fonti europee non è sintomo di disunità da parte dell’Unione europea, ma anzi è il tentativo di favorire un dibattito aperto ed evitare che il Vertice si traduca in un negoziato solo sulle parole da scrivere nelle conclusioni.