dall’inviato a Strasburgo – “Ho fiducia nell’Italia, nelle sue istituzioni, nel presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’Italia è una democrazia”, e all’interno del Paese e del governo che verrà “Forza Italia rappresenta il Partito popolare europeo”. Nel tradizionale briefing con la stampa per fare il quadro sui lavori a Strasburgo, Manfred Weber prova a tenere la barra a dritta. L’alleanza tra il centro destra e le forze di destra sovranista ed euro-critiche non preoccupa e non scuote più di tanto il leader del PPE, comunque non certo impassibile di fronte al voto del 25 settembre e gli esiti derivanti. Se qualcuno nutre timori sulla deriva della principale famiglia del centro-destra europeo, Weber invece no. “Forza Italia è pro-europeista, è un soggetto chiave”, e quindi lo sarà anche in Italia, è pronto a scommettere Weber, che respinge critiche e accuse che arrivano dai socialisti.
“Il PPE dovrebbe riflettere su quanto sta accadendo”, incalza Iratxe Garcia Perez, capogruppo socialista, anche lei nel suo spazio per discutere dei lavori del suo gruppo alla sessione plenaria. “Penso sia il momento di chiedere alla destra europea dove voglia stare, se intenda continuare nelle alleanze, iniziate in questa legislatura, con forze pro-europee o se vada ad aprire le porte a nuove alleanze con l’estrema destra che possono mettere a repentaglio il progetto europeo“.
Il ragionamento in questione il PPE lo sta facendo. Certamente non preoccupa l’immediato, anche perché “il governo ancora non c’è”. Più in generale si ‘vivacchia’ per il resto della legislatura europea. Perché, spiegano fonti PPE, ormai i gruppi parlamentari quelli sono e quelli restano. Se nuove alleanze saranno, la questione riguarderà il Parlamento europeo che uscirà dalle urne nel 2024. Ma che Forza Italia resti un punto cardine dei popolari, questo è fuori discussione. L’Italia preoccupa fino a un certo punto. Nel PPE si considera la situazione politica gestibile. “I deputati di FdI qui non hanno mai tenuto posizioni radicali, e non mi aspetto che adesso in Italia si abolirà l’aborto o si cancellerà lo Stato di diritto”, rileva la stessa fonte. Che però ammette: “Noi abbiamo linee rosse che sono Stato di diritto, valori europei, e se il governo dovesse operare contro tutto questo Forza Italia dovrà scegliere. O lascia il governo, o lascia il PPE“.
Una precisazione ipotetica, che non sconfessa quel clima di tranquillità legato a nuove alleanze che spostano l’asse del centro-destra europeo più a destra. Serve più che altro per sgomberare il campo da dubbi e critiche, e anche qualche malumore interno. L’unica vera preoccupazione, all’interno del PPE, è per il ruolo di Antonio Tajani. Le regole non prevedono incompatibilità tra vicepresidente del Partito e incarichi di governo. “Bisognerà vedere se avrà il tempo per partecipare alle riunioni…”, i dubbi. Tajani, a Bruxelles, gode di buona considerazione, e una sua permanenza nel PPE serve come figura di garanzia.